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    Acqui
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    Edoardo Schettino  
    7 Settembre 2024
    ore
    06:58 Logo Newsguard
    Il sollievo

    Acqui – Genova, per i pendolari si torna al viaggio in treno

    Fine di un'emergenza prolungata

    OVADA – Per i pendolari è la fine di un incubo. Dall’8 settembre si torna alla normale circolazione sull’Acqui – Genova. Stop al servizio sostitutivo adottato dal 4 agosto scorso tra Campo Ligure e Genova, termine per tutte le limitazioni disposte da luglio per consentire le operazioni di manutenzione ordinaria sulla linea. Per chi viaggia si è trattato dell’estate più difficile del recente passato tra diverse soluzioni adottate da Trenitalia per assicurare comunque un trasporto, tempi di percorrenza esplosi rispetto a una norma già di per se criticabile, scarsa chiarezza nelle informazioni. E così i bus utilizzati per i collegamenti spesso hanno viaggiato con una capienza ben al di sotto della presenza abituale sulla linea per l’incertezza vissuta da molti lavoratori sulla possibilità di raggiungere in tempi utili il posto di lavoro.

    “La nostra vera speranza – chiarisce Fabio Ottonello, presidente del Comitato Trasporti Valli Stura e Orba – è che migliorino un po’ i valori dell’indice di affidabilità. Significherebbe che, oltre le polemiche recenti, il servizio è migliorato. Ma in questo momento di sentiamo un po’ pendolari di un Dio minore”. Il momento di maggiore difficoltà è stato forse il periodo con la deviazione di alcuni treni da Borzoli verso Genova Voltri. Ma anche i viaggi su un’A26 molto congestionata non sono stati facili.

    Scenario complesso

    I pendolari ne hanno visto davvero di tutti i colori. Una situazione che ha portato a una presa di posizione senza precedenti da parte dei comuni che hanno prospettato la possibilità di avviare azioni legali in caso di mancato superamento delle problematiche. L’ipotesi è stata messa nero su bianco in un ordine del giorno approvato tra la fine del mese di luglio e l’inizio del mese di agosto. “I nostri territori – ha chiarito in più occasioni il sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi – non possono avere infrastrutture che risalgono ai tempi di Giuseppe Saracco“.

    “L’unico sollievo – spiega Alessandra Rapetti, portavoce dell’associazione dei pendolari – è sapere che non si dovrà più scendere da un mezzo per salire su un altro. Pensiamo solo a come la ferrovia attiva avrebbe limitato i disagi dei viaggiatori l’altro giorno con l’A26 bloccata per l’incidente. Per quanto riguarda la situazione generale parleremo di migliorie quanto le potremo toccare con mano. Per ora non ne abbiamo ancora viste”.

    Primo intoppo

    Ma non c’è pace per i pendolari. Rischia infatti di provocare disagi lo sciopero nazionale del personale FS e Trenord disposto dalle 3 di domenica 8 settembre alle 2 del giorno successivo. L’agitazione sindacale può determinare modifiche al servizio. Per fortuna sarà già alle spalle nel giorno del battesimo del fuoco con il ritorno alla piena attività lavorativa per i viaggiatori

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