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    Orba,
    L'Orba sotto il ponte di San Paolo
    Società
    Edoardo Schettino  
    21 Agosto 2024
    ore
    06:57 Logo Newsguard
    L'attesa

    Orba, Torino alimenta la speranza per la messa in sicurezza

    Chiesto un contributo da due milioni di euro

    OVADA – Sembra più vicino il contributo necessario per avviare il progetto di messa in sicurezza del greto dell’Orba. Il tratto interessato è quello che da regione Carlovini corre sotto il ponte della Veneta fino al Borgo. E’ difficile fare un bilancio dell’impatto, in termini economici, sopportato dalla città a causa del dissesto idrogeologico. Dal 2019 ad oggi due le ondate di maltempo che hanno prodotto danni molto ingenti. «Abbiamo rassicurazioni importanti da Torino – ha spiegato in consiglio comunale il sindaco Gianfranco Comaschi – Il maxiprogetto di riordino delle sponde sarà finanziato».

    L’area è quella sconvolta nel corso dell’alluvione che nell’ottobre 2021 portò alla successiva dichiarazione dello Stato di Emergenza. L’esigenza primaria è quella di tutelare le sponde, da Regione Carlovini al Borgo, ed in particolare gli insediamenti produttivi dell’area.

    Situazione complicata

    Dopo il necessario intervento sull’Orba in emergenza, il Comune di Ovada ha varato un’operazione complessiva per puntare a un contributo più significativo. Il progetto è stato redatto dall’architetto Simona Sciutto, dirigente dell’Ufficio Tecnico di Palazzo Delfino. Attorno ai due milioni di euro la cifra necessaria. L’iniziativa è stata presa a seguito di un sopralluogo, effettuato nei primi mesi del 2024 dall’assessore regionale alla Protezione Civile, Marco Gabusi. Quest’ultimo era stato in città anche il 5 ottobre 2021, il giorno successivo la grande paura. Con i suoi occhi aveva potuto vedere le condizioni dell’area bassa della città: dalla Rebba, all’area accanto al ponte della Veneta fino al Borgo. Tra le realtà più colpite alcuni simboli imprenditoriali della città come Ormig, Vezzani e Econet, l’azienda pubblica per la gestione dei rifiuti.

    «Abbiamo mostrato – spiegò l’architetto Simona Sciutto, che ha firmato il documento inviato a Torino qualche giorno dopo il sopralluogo della Regione – i punti di maggiore criticità. Sono l’ansa prima del piazzale invaso dall’acqua due anni e mezzo fa in prossimità delle aziende e l’area precedente alla confluenza dei due torrenti».

    Gli indirizzi sono due. L’incremento della capacità di espansione sulla sinistra idrografica sarà perseguito con l’ampliamento di tre tratti in alveo per una larghezza variabile di poco superiore a 5 metri. A ciò si accompagna la realizzazione di nuove difese spondali: saranno due tratti di scogliera collocati sulla sponda destra a valle del ponte di San Paolo e su sponda sinistra in prossimità del ponte della Veneta.

    «Creeremo un sistema di difese spondali in macromassi – prosegue Sciutto – per preservare l’indirizzo naturalistico. I punti di allargamento sono previsti a valle delle barriere. Lo scopo e contenere dove è necessario e dare libero sfogo in punti meno problematici».

    Nel frattempo le difese spondali sono state ripristinate così come la porzione di via del Fiume che dalla Veneta raggiunge via lung’Orba, rosicchiata negli anni dalle piene che si sono susseguite. Il Consiglio comunale nella serata di martedì ha sbloccato anche un’altra porzione di aiuti ai privati: si tratta di 26 mila euro disposti a loro tempo dalla Regione.

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