Acqui – Genova, l’affondo sulla linea “dei tempi di Saracco”
Con l'approvazione dell'Ordine del Giorno
OVADA – «Questo territorio non può certo avere le infrastrutture che risalgono al periodo di Saracco». Con questo affondo il sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi, ha accompagnato l’approvazione dell’Ordine del Giorno predisposto per protestare contro la grave situazione di difficoltà manifestata dall’Acqui – Genova. Non solo l’attuale fase di transizione caratterizzata dai lavori per la manutenzione straordinaria nel tratto Campo Ligure Ovada. C’è soprattutto il timore per un servizio che in questi anni ha sempre visto scendere il livello di qualità da un punto di partenza già di per se poco edificate. “Credo – ha ribadito Comaschi – che sia stato un grande successo riunire in questa iniziativa tutti i comuni interessati dalla linea. La visione è di più ampio respiro, il servizio deve tornare all’interno di certi standard».
Via libera anche da parte della minoranza che ha manifestato il suo apprezzamento per il percorso fatto. Tutti i comuni coinvolti vareranno la stessa operazione. Tra lunedì e martedì lo hanno fatto anche Acqui Terme e Rossiglione.
Momento difficile
Giuseppe Saracco, originario di Bistagno, fu la figura politica che diede maggiore impulso alla creazione di quella che oggi è la linea Acqui – Genova. Il documento approvato impegna i comuni dell’Ovadese, dell’Acquese e della Valle Stura a «realizzare tutte le iniziative idonee a portare il problema della linea ferroviaria Acqui Terme-Ovada-Genova a tutti i livelli istituzionali, a partire dall’Agenzia per la Mobilità Piemontese alla Regione Piemonte e alla Regione Liguria, dalla Provincia di Alessandria alla Città Metropolitana di Genova, per giungere a Trenitalia, titolare della diretta competenza nella gestione della linea».
E ancora gli enti coinvolti dovranno «sostenere e rappresentare gli utenti in generale e i pendolari in particolare, lavoratori e studenti, della linea ferroviaria Acqui Terme-Ovada-Genova, che ogni giorno vivono situazioni di disagio non ammissibili». Il passaggio più duro recita: «Si riserva, nell’ipotesi in cui le istanze e le richieste formulate dai Comuni e dagli Enti territoriali non venissero adeguatamente valutate o accolte, di intraprendere ogni opportuna iniziativa, anche in sede giurisdizionale, a tutela degli interessi delle collettività locali». «Credo – ha commentato Comaschi – che una prospettiva di questo tipo sia utile a fare in modo che i gestori del servizio non abusino della loro posizione nei confronti degli utenti».
Nel frattempo sono gli ultimi giorni con la circolazione completamente sospesa. Dal 5 agosto si viaggerà in treno fino a Campo. Da quel punto si procederà in bus.