Rifiuti, si infiamma la polemica politica
Due manifesti con reciproche accuse per Lega e "Insieme per Ovada",
OVADA – A Ovada è partita la caccia ai furbetti del bidone. In base ai dati diffusi da Econet, sono almeno 200 su 5 mila gli utenti della città che non hanno mai ritirato i cassonetti domestici per differenziare la spazzatura: carta, plastica, umido, secco. E che di conseguenza da anni si limitano a pagare la parte fissa della tariffa rifiuti e non quella variabile, che è calcolata proprio su quante volte viene svuotato il bidone del “secco”, cioè tutti quei materiali che sono destinati a finire in discarica.
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La società, che ha avviato la modalità del porta a porta nell’ottobre del 2018, è decisa a stanare tutti quei cittadini che finora si sono sottratti alla responsabilità collettiva di una raccolta complessa ma necessaria ad abbattere la percentuale di rifiuti non riciclabili: Ovada, ormai da tempo, supera l’80% di differenziata, un dato già confermato dai parziali di metà anno. «Abbiamo spulciato i nostri elenchi – spiega Elio Ardizzone, presidente di Econet – e verificato uno per uno i nominativi degli utenti, individuando chi non ha ancora proceduto a ritirare i bidoncini: ci dovranno dire come sono riusciti a differenziare finora al pari dei concittadini e, nel caso più probabile, dove abbiano buttato i loro rifiuti, considerato che i cassonetti stradali sono spariti da anni».
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Proprio a queste persone viene imputato, almeno in parte, il fenomeno degli abbandoni dei sacchetti di spazzatura nei fossi, lungo le strade, nei cestini per la carta nelle vie della città, uno dei risvolti più controversi del nuovo sistema porta a porta. «Le lettere di convocazione sono state spedite da un paio di settimane – prosegue Ardizzone – e stanno arrivano in questi giorni, con l’invito a raggiungerci in ufficio per chiarire la propria posizione. Qualcuno si è già fatto vivo, con le giustificazioni più diverse: c’è chi dice di non aver mai saputo della novità, chi invece spiega che i cassonetti erano stati ritirati dal coniuge, chi racconta di non vivere più in zona».
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Ci sono motivazioni valide, ovviamente: ma contro chi non saprà dare spiegazioni plausibili e documentate, saranno presi dei provvedimenti. E gli accertamenti sono solo all’inizio: a breve, Econet avvierà una verifica analoga anche ad Acqui e, poi, nei paesi più piccoli del comprensorio, che vede in tutto 45 Comuni. Sotto la lente, anche il problema delle seconde case. «Le dovremo censire tutte, anche se è un lavoro lungo e complesso» commenta Ardizzone, che con gli uffici sta aggiornando pure i file con i dati delle utenze, grazie all’accesso ai database di enti superiori.
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