Acqui-Genova, i pendolari ai sindaci: “Troppi buchi orari, servono più treni”
Il Comitato Difesa Trasporti della Valli Orba e Stura ha inviato una lettera ai primi cittadini di 34 Comuni
OVADA – Da Acqui Terme a Visone, passando per Genova, Masone e Ovada. In totale sono 34 i primi cittadini che si sono visti recapitare la lettera inviata dai vertici del Comitato Difesa Trasporti delle Valli Stura e Orba che, in un momento di particolare difficoltà per i trasporti e per la viabilità fra il Basso Piemonte e la Liguria, hanno deciso nuovamente di farsi sentire. Dall’Acquese all’Ovadese, senza dimenticare le istituzioni della Valle Stura e del capoluogo ligure.
E anche se il progetto, nel suo complesso, è più articolato – e comprende anche altre linee (perlopiù piemontesi) -, l’associazione che tutela i frequentatori abituali dell’Acqui-Genova hanno deciso di scrivere proprio ai sindaci dei comuni interessati dal passaggio della tratta.
“È necessario inserire almeno un treno ogni ora, dalle 5 alle 21, per sette giorni su sette e con fermata in tutte le stazioni della linea – tornano a ribadire dal Comitato -. Al momento permangono buchi orari di almeno due ore fra un convoglio e l’altro, senza contare che i treni non fermano in tutte le stazioni: a Granara ci sono buchi orari che vanno fino alle otto ore”.
Dopo aver partecipato, nello scorso mese di luglio, al presidio di protesta organizzato presso il casello autostradale di Masone, i rappresentanti dei pendolari sono tornati a ribadire alcune preoccupazioni anche sul fronte stradale. “Ed è proprio per questo motivo che servono più convogli nel corso della giornata – sottolineano dal Comitato -. Sull’autostrada A26 sono previste chiusure totali o parziali programmate per manutenzioni importanti per un lungo periodo di tempo e, non di rado, ci sono chiusure totali o parziali improvvise per condizioni. Lo stesso capita con la strada provinciale 456 del Turchino in caso di condizioni meteorologiche avverse”.