Acqui-Genova: botta e risposta fra Trenitalia e i pendolari
Dal Comitato una replica decisa all'annuncio di Rfi sui collegamenti attivi nelle prossime settimane
OVADA – Un vero botta e risposta non c’è stato, visto che di fatto con la nota diffusa in mattinata Trenitalia ha semplicemente ribadito ciò che era noto otmai da tempo. Ma, nel pomeriggio, i rappresentanti del Comitato Difesa Trasporti delle Valli Stura e Orba hanno voluto replicare, puntualizzando su alcuni aspetti ormai dibattuti da tempo, a quanto comunicato qualche ora prima da Rfi che, a causa degli imminenti interventi infrastrutturali relativi al Terzo Valico, tra Genova e Arquata Scrivia, a partire da venerdì (e fino al 10 settembre) garantirà 16 corse complessive al giorno, di cui due in orario notturno e con gli autobus. Ed è proprio sulle parole che si è giocato lo scontro.
“Sulla linea Genova – Ovada – Acqui Terme rimarranno operativi sedici collegamenti, 14 ferroviari e 2 effettuati con bus – spiegano da Trenitalia -. Dal 3 al 30 agosto la linea sarà interessata da interventi di manutenzione nella tratta Acqui Terme – Prasco Cremolino per cui gli stessi collegamenti saranno garantiti con bus nella tratta Acqui – Prasco e rimarrà attivo il servizio ferroviario tra Prasco e Genova”.
Qualche ora fa è arrivata la replica piccata del Comitato dei pendolari, tornati sul piede di guerra per la riduzione drastica del servizio decisa da Rfi che, giocoforza, ha dirottato sull’Acqui-Genova i treni merci che solitamente transitano sulla linea della Valle Scrivia. “Cambiare i numeri in tavola non significa modificare né tantomeno migliorare l’offerta che verrà ridotta drasticamente per quasi due mesi – riferiscono i frequentatori abituali della tratta di proprietà della Regione Liguria -. I sedici collegamenti citati sono esattamente solo sette coppie di treni e una coppia di minibus con orario notturno (ore 00,00 e ore 4). Resteranno pertanto, come più volte ricordato, dei buchi orari di oltre 7 ore tra un treno ed il successivo. Non azzardatevi a voler prendere in giro, con un paio di righe fuorvianti e cambiando i numeri in tavola, gli abitanti delle zone della Valle Stura e Orba. Ci si domanda piuttosto quando saranno invece quantificabili e riconosciuti i disagi costantemente arrecati agli utenti della nostra tratta”.