Tre richieste per la “nuova regione”
Il territorio, per bocca del sindaco Paolo Lantero, rilancia sui temi della sanità, dei trasporti e (più in generale) dei servizi
OVADA – «Cirio sembra puntare sulle periferie e speriamo sia così. Siamo una risorsa importante quanto il centro». Paolo Lantero è stato riconfermato al suo ruolo di primo cittadino nello stesso giorno in cui l’esponente di Forza Italia si è imposto alla guida della Regione Piemonte strappando la guida al centro sinistra di Sergio Chiamparino. Per l’Ovadese questo significa un cambiamento di scenario rispetto agli ultimi cinque anni, un ritorno a un quadro più vicino al quinquennio 2009 -2014 in cui il governatore fu il leghista Roberto Cota. Per il primo cittadino il punto è sempre lo stesso: i piccoli comuni sono il sistema nervoso anche nella nostra regione, il livello di servizi dedicato alla periferia già adesso è pericolosamente sotto al limite di guardia. Da qui una lunga lista di temi, ma soprattutto proposte e richieste di cui si dovrà discutere nel prossimo periodo. «Mi auguro – ribadisce il primo cittadino – che vengano mantenuti i patti già stretti con l’ex assessore Antonio Saitta, a partire dalla riconferma di un reparto di fisiatria nel nostro ospedale, e non solo di una lungodegenza fisiatrica, e dal ritorno della chirurgia leggera: abbiamo due sale operatorie ristrutturate e inutilizzate. L’ospedale di area disagiata, come il nostro, deve essere tale davvero, coi servizi previsti per legge».
Sul discorso della chirurgia in più di un’occasione aveva chiuso la porta l’oramai ex Direttore Generale dell’Asl, Antonio Brambilla. Sul piatto della bilancia anche la sperimentazione avviata nel mese di aprile dell’ospedale di comunità, il reparto nato al secondo piano con il coinvolgimento dei medici di famiglia. C’è poi un accento particolare su trasporti e viabilità. Nel primo caso la questione è la riapertura al traffico ferroviario della linea Ovada – Alessandria, chiusa nel 2012 proprio dalla precedente Giunta di centro destra nel quadro di una razionalizzazione delle linee considerate poco produttive che coinvolse altre dieci tratte. Per alcune di queste una soluzione è già stata trovata. Per la nostra “linea nord” esiste un progetto di massima che prevede l’integrazione tra collegamenti ferroviari negli orari più utilizzati dai pendolari e bus come sta avvenendo attualmente. Infine un coinvolgimento della Regione è necessario anche per risolvere il problema di via Gramsci. «E’ un intervento che dobbiamo fare urgentemente. Mi aspetto che ci si possa incontrare al più presto». Sul piano triennale degli interventi pubblici il Comune ha già messo a preventivo 600 mila euro. Ma servirà di più per un cantiere che si preannuncia come il più impegnativo degli ultimi dieci anni in un’area di transito che ha un interesse strategico che va oltre i confini della nostra città.