Il caso
L'intervento della Conferenza Democratiche della provincia: "Focolai in meno del 7% di tutti gli istituti"
23 Marzo 2021 ore 15:28
di Fabiana Torti
ALESSANDRIA - Nella giornata di ieri, sono stati resi noti i risultati di uno studio condotto dai ricercatori dello Ieo. I ricercatori hanno incrociato i dati del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della ricerca (Miur) con quelli delle Aziende sanitarie e della Protezione civile relativi ad un campione di 7,3 milioni di studenti e 770mila insegnanti, al fine di delineare il ruolo effettivo che gli studenti giocano sulla diffusione del contagio. Soprattutto dopo la comparsa della variante inglese, che vede i minori per la prima volta coinvolti in prima persona come potenziali portatori del virus e quindi possibile sorgente di infezione.
Il tasso di positività tra gli studenti è sotto all’1% e i numeri dicono che l’impennata dell’epidemia osservata tra ottobre e novembre non può essere imputata all’apertura delle scuole. I focolai di Covid-19 si sono verificati in meno del 7% di tutti gli istituti.
“Partendo dall’evidenza che il rischio zero non è raggiungibile, da questi dati si evince che la scuola rimane uno dei luoghi più sicuri per i ragazzi - spiega in una nota la Conferenza Democratiche della provincia di Alessandria - Ieri la Ministra della Famiglia Bonetti ha affermato che prevede di far riaprire le scuole, con priorità a nidi, scuola dell’infanzia e primaria, anche in zona rossa, alla luce delle evidenze scientifiche. Ci teniamo a ribadire che per i nidi, scuole dell’infanzia e primaria la sofferenza di bambini e famiglie dopo la chiusura totale è enorme, senza contare che anche questa volta, il peso è ricaduto sulle donne che si trovano a doversi reinventare e districare tra il lavoro cosiddetto “agile” e la dad dei figli, con provvedimenti in enorme ritardo e che rispetto ad altri Paesi non agevolano di certo i congedi parentali per i padri”.
In questa cornice va anche sottolineata la situazione di preadolescenti e adolescenti, che tuttora si trovano in dad e che in questo anno scolastico, hanno frequentato pochissimo in presenza e per i quali ancora non è stata data alcuna previsione di ritorno a scuola.
“Gli adolescenti stanno vivendo momenti di enorme difficoltà e i segnali di malessere depressivo conseguente alle chiusure sono in continuo aumento - è la conclusuione - Fermo restando la necessità di accelerare sulle vaccinazioni, rimarchiamo con forza, anche alla luce delle evidenze scientifiche pervenute, che riaprire le scuole deve essere la priorità assoluta per il benessere delle generazioni più giovani, per le famiglie e per il futuro del nostro Paese”.
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