Ovadese, il vivaio saluta un bel 2025 con i progetti per il futuro
Sport
Edoardo Schettino  
29 Dicembre 2025
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Lo scenario

Ovadese, il vivaio saluta un bel 2025 con i progetti per il futuro

Una famiglia che cresce

OVADA – Sorrisi, divertimento e uno sguardo al futuro. L’Ovadese ha già scartato il regalo principali tra quelli sistemati sotto l’ideale albero di Natale del 2025. Si tratta del rinnovato campo degli Scolopi di via Gramsci, uno storico spazio della città votato allo sport per i più giovani che torna a vivere e ad essere parte integrante della comunità. Sullo sfondo la visione di una società che ha stilato gli indirizzi dello sviluppo da perseguire nei prossimi anni e cerca nuove energie. «Siamo una grande famiglia – ha spiegato il presidente Gian Paolo Piana nel corso delle due cene andate in scena nel salone del San Paolo per celebrare le feste e il 2025 – I risultati che abbiamo raggiunto sono il frutto del lavoro di tante persone. Dobbiamo proseguire su questa strada: cura degli impianti e crescita del settore giovanile. Solo così una società può rimanere sana e assicurare una continuità nel tempo».

Una realtà in divenire che può vantare un solido radicamento sul territorio. Questa è la fotografia dell’Ovadese di oggi. Sarebbe stato difficile immaginarlo qualche anno fa quando questo lungo percorso. L’approdo in Eccellenza della prima squadra è solo la punta dell’iceberg più visibile di un lavoro molto più profondo e complesso.

Ricetta consolidata

L’Ovadese è cresciuta tanto negli ultimi anni. «Siamo – prosegue Piana – una società strutturata. La testimonianza arriva dal numero di squadre iscritte ai campionati giovanili e dai tanti tesserati. Lavoriamo per dare a tutti i giovani del nostro territorio la possibilità di vivere la passione per il pallone nel modo più giusto. Lo sport giovanile non è solo inseguire risultati ma educazione e condivisione dei certi valori. Noi cerchiamo di trasmettere questi concetti positivi attraverso l’impegno dei dirigenti e degli allenatori».

Le due cene della scorsa settimana hanno rappresentato la sintesi perfetta di quello che l’Ovadese ha saputo creare: tanti gruppi coesi, e un programma che mette il giovane e la sua crescita personale al centro dell’azione di tutti i collaboratori.

Curare il vivaio significa creare i presupposti per essere competitivi domani. Il ricambio dei giocatori di casa oggi protagonisti in Eccellenza dovrà arrivare da quello che il settore giovanile sarà in grado di produrre nei prossimi anni. «Lo sforzo – conclude Piana – dovrà essere comune per lavorare nella stessa direzione. Sappiamo che durante un percorso ci saranno inevitabili difficoltà da affrontare ma siamo anche convinti che ne valga la pena. Al termine il calcio ovadese sarà più solido e potrà guardare alle prossime sfide nella consapevolezza di poter prescindere dalle figure in primo piano e da chi negli ultimi anni si è speso maggiormente».

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