Ovadese, problemi da risolvere e motivi per credere alla salvezza
Dopo il girone di andata
OVADA – Sarebbe stato difficile, lo scorso 19 ottobre, immaginare un’Ovadese in piena corsa per la salvezza diretta. Quella era la domenica della sconfitta patita in casa contro il Chieri. Fino a quel momento la squadra di Carosio aveva racimolato cinque punti, quattro sconfitte nelle prime sette partite del Girone A dell’Eccellenza 2024-25. Per questo motivo i 16 punti raccolti al giro di boa del campionato sembrano un trampolino di lancio verso un futuro tutto da scrivere. “Sappiamo – ha commentato l’allenatore ovadese dopo lo 0-0 ottenuto al Geirino contro il Cuneo – che il girone di ritorno è un altro campionato”. Lo scenario è in divenire per tutto il girone. A infondere un maggiore ottimismo quanto successo alla Luese Cristo che ha stravolto l’intero organico con l’unico obiettivo di non ritirarsi dalla corsa. Il 10-1 patito alla prima uscita contro il Vanchiglia fa della compagine torinese/alessandrina una candidata principale alla retrocessione diretta oltre al Pinerolo attuale fanalino di coda.
In questo situazione abbiamo provato a elencare i motivi per i quali l’Ovadese può sperare nella salvezza diretta e le principali criticità da affrontare.
Perchè no
L’Ovadese avrà un inizio di girone di ritorno molto complesso. Le trasferte sul campo di Alessandria, Fossano e Alba saranno, nel migliore dei casi, molto complicate. Da valutare quella in casa del Chieri che sembra in netto calo. Questo significa che bisognerà massimizzare sulle gare interne contro Pro Dronero, Luese Cristo e Pinerolo per non essere poi costretti a una rincorsa ricca di incognite nell’ultima parte del torneo.
L’Ovadese fa troppa fatica a segnare. Le sette reti messe a segno la collocano al penultimo posto del girone dopo il disastrato Pinerolo. Altro particolare: solo Romei è in grado di segnare con una certa regolarità. L’attaccante di complemento non è mai arrivato: Andrea Casone è stato aggiunto all’organico in via transitoria ed è ancora a secco. Il ritorno di Alessandro Merialdo può aiutare ma non spariglia le carte. Le alternative non si vedono, la squadra è costruita con uomini che non hanno fra le loro caratteristiche la capacità di inserimenti in zona gol realmente insidiosi.
L’Ovadese ha una rosa nella quale la presenza di alcuni uomini è del tutto imprescindibile. La coperta si è assottigliata rispetto alle previsioni di inizio anno. Mancano all’appello Margaglio e Amendola che hanno scelto altre destinazioni. L’inserimento di Brollo per il reparto offensivo per ora non ha lasciato tracce. Genocchio per ora ha avuto un ruolo marginale rispetto allo scorso campionato. Mendolia rientrerà nel mese di febbraio. Gaione, Bosic e Romei sono gli uomini sempre presenti senza i quali è impossibile pensare di essere competitivi.
Perchè si
L’Ovadese è squadra che riesce a capitalizzare sulle poche reti segnate. Le quattro vittorie ottenute finora contro Pinerolo, Acqui, San Domenico Savio e Cheraschese sono arrivate con un gol. La porta di Gaione è rimasta inviolata in altre tre occasioni. Nell’era dei tre punti i pareggi non spostano più di tanto. Ma subire poco può essere importante per rimanere in corsa fino alle partite decisive.
Carosio riesce a massimizzare il rendimento dell’organico a disposizione. A gennaio rientrerà Agostini, il classe 2006 sempre in campo. Anche Mocerino è rientrato. C’è qualche alternativa in più alle formazioni obbligate di novembre e dicembre. Proprio Mocerino, impiegato a centrocampo in queste ultime giornate del 2024, potrebbe tornare nel suo ruolo naturale di terzino sinistro fornendo un’alternativa in più alla manovra d’attacco. Ed anche un impiego più regolare di Ottonelli, se starà bene, potrebbe essere una freccia in più all’arco di Carosio.
L’Ovadese gioca su un campo brutto e molto particolare. Particolare per le dimensioni più ampie della media degli altri rettangoli di gioco della categoria. Questo significa muoversi in un ambiente difficile da gestire ma che mette in difficoltà avversarie con riferimenti diversi. Il fondo di gioco è un’incognita con tutte le sue irregolarità. Ma una squadra più abituata a gestirle può avere un indubbio vantaggio.