Gorzente e Piota, nuovo allarme: «Estate 2026 già a rischio»
Un'immagine della lavagnina, tra i luoghi più frequentati dagli escursionisti
Società
Edoardo Schettino  
15 Dicembre 2025
ore
07:00 Logo Newsguard
L'appello

Gorzente e Piota, nuovo allarme: «Estate 2026 già a rischio»

Comitato di tutela in prima linea

CASALEGGIO BOIRO – Gorzente e Piota se la passano ancora male. Un recente sopralluogo ha certificato la realtà: il fango è ancora molto presente. L’auspicio formulato qualche mese fa di un effetto benefico delle piogge autunnali non si è concretizzato. E così a lanciare un appello è il comitato nato nel 2023 per la tutela dei torrenti. «Se non si accelera sul fronte del ripristino – spiega l’associazione – rischiamo di perdere anche la terza estate consecutiva». La Lavagnina è sotto i riflettore da almeno due anni. Il problema è noto: lo sversamento conseguente ai lavori effettuati da Iren sull’invaso principale all’interno delle aree protette. L’appello arriva nella giornata in cui si riunirà il nuovo direttivo dell’ente Aree Protette dell’Appennino Piemontese oramai guidato dall’avvocato Paolo Caviglia. Proprio l’operato dell’ente, nel corso della passata gestione, fu fortemente criticato.

«Il fango – spiega Davide Castellaro, portavoce dell’associazione è ancora molto. Ecco perchè bisogna accelerare i tempi già indicati per la sua rimozione». La scorsa estate, nell’ambito di un sopralluogo per mostrare lo stato di avanzamento dei lavori, vertici e tecnici di Iren si erano detti pronti a intervenire per la pulizia dei torrenti gravemente compromessi dallo sversamento dei materiali.

Scenario diverso

Gorzente e Piota per anni hanno rappresentato il paradiso per quei bagnanti impossibilità a raggiungere il mare. Ma da due anni le cose sono diverse. Nel 2024 il sindaco di Casaleggio Boiro, appena eletto, Alberto Caminati fu costretto a varare un’ordinanza di divieto di frequentazione dei greti a causa dei rischi determinati dalla abbondante presenza di fanghi. Dell’argomento si è parlato anche nel luglio scorso. Iren comunicò l’intenzione di attendere l’autunno per capire se le piogge avrebbero contribuito a rimuovere almeno in parte quanto ancora presente sulle sponde dei due torrenti.

Il monitoraggio e successivo intervento di ripristino, se necessario anche con mezzi meccanici, era stato indicato per la primavera 2026. La promessa era stata spesa alla presenza dell’assessore regionale Enrico Bussalino e del presidente della Provincia, Luigi Benzi. Solo che l’oggetto del contendere oggi riguarda i tempi di mantenimento della promessa.

 

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