Ovada, la lunga storia di servizio di Saamo sta per concludersi
Un autobus Saamo utilizzato all'epoca della protesta contro i tagli
Società
Edoardo Schettino  
24 Novembre 2025
ore
06:59 Logo Newsguard
La liquidazione

Ovada, la lunga storia di servizio di Saamo sta per concludersi

Ai soci le quote di Econet che rimarranno indistinte

OVADA – Si è chiusa di fatto qualche sera fa la storia di Saamo, l’azienda pubblica del trasporto ovadese schiacciata dal peso dei debiti contratti tra il 2010 e il 2020 per assicurare collegamenti su gomma tra il centro zona e i paesi. Il consiglio comunale di Ovada ha approvato la ripartizione delle quote Econet, l’azienda che si occupa di gestione dei rifiuti nata con lo scorporo delle due funzioni, destinando ai diciotto comuni soci dell’azienda la liquidità generata al netto di quanto restituito ai creditori.

«Saamo – ha spiegato l’assessore comunale al Bilancio, Gianni Olivieri – ha rappresentato una fase importante per tutto il territorio. Molto lavoro è stato fatto, altro ne rimane da fare. Questo provvedimento apre la strada allo scioglimento definitivo che sarà sancito da un apposito atto notarile». Ogni Comune socio dovrà approvare analogo provvedimento. Le quote confluiranno però in un unico soggetto che permetterà ai ‘piccoli’ di continuare ad avere voce in capitolo.

Bilanci in passivo

Saamo per anni si è caratterizzata con i caratteristici bus giallo blu in attesa in piazza XX Settembre a Ovada. L’ultimo bilancio di Saamo è datato 31 dicembre 2023. L’azienda deteneva una partecipazione in Econet del 43.4%. La quota di Ovada in Saamo si attestava al 36.5%. Per questo il valore delle quote spettanti d Ovada si attesta a 88.358 euro. Sulla base delle partecipazioni dei singoli comuni era stato ripartito anche l’impegno economico per l’ultimo tentativo di salvataggio dell’azienda. Quel tentativo non si concretizzò per lo stop imposto dalla Corte dei Conti.

Troppo ingenti le perdite accumulate negli anni precedenti tra il venir meno dei fondi assicurati dalla Regione Piemonte per i chilometri percorsi e i proventi sempre più esigui della bigliettazione. Dal 2012 furono registrate perdite, per singolo anno di 28.548 euro, 80.981, 58.894, 74.988, 237.484, 196.748, 244.234 euro. Così tra il 2020 e il 2021 si decise di privatizzare il ramo d’azienda del trasporto anche per tutelare i lavoratori ancora impiegati dall’azienda tra autisti e personale amministrativo.

Ad aggiudicarselo fu il colosso romano Trotta Bus, tuttora operante sul territorio, con un’offerta da 206.500 euro più competitiva rispetto a quella di Autostradale. A quel punto si concretizzò il passaggio di testimone tra Gianpiero Sciutto, ultimo amministratore dell’azienda, e il liquidatore. Quest’ultimo ha proceduto alla cessione delle proprietà dell’azienda, fra queste anche il capannone della Rebba per molto tempo utilizzato come ricovero dei mezzi ed ora diventato sede operativa della stessa Econet. Il piano di ripartizione delle quote è stato approvato anche con il parere favorevole delle opposizioni.

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