“Ferite indelebili”: alla Loggia il racconto del Vajont
Per sostenere Fondazione Cigno
OVADA – Sarà visitabile fino a sabato, per tutta la giornata, la mostra “Ferite indelebili”, allestita dalla Pro Loco di Ovada e del Monferrato per raccogliere fondi da destinare al sostegno delle attività portate avanti da Fondazione Cigno. In esposizione alla Loggia di San Sebastiano il racconto per immagini realizzato dalla fotografa professionista Ketty Domesi per documentare la tragedia del Vajont che il 9 ottobre 1963 provocò la morte di quasi 2 mila residenti tra i paesi di Erto e Casso e di tutta l’area attorno al monte Toc. L’iniziativa è stata inaugurata venerdì scorso con la cerimonia di apertura e con il reading ”
“L’eco delle dighe, un dialogo tra luoghi, memorie e oblio”, con la partecipazione di Barbara Vignolo e Giorgio Ratto che, insieme all’autrice della mostra e con il supporto di uno storico, hanno dato voce alle testimonianze dei sopravvissuti di entrambe le tragedie per dar vita a un racconto corale. Molare e Vajont sono stati eventi sconvolgenti che hanno violentato il territorio, provocando, sommandole, più di duemila vittime e segnando le vite di intere generazioni con ferite che, il titolo le richiama, sono indelebili.
Immagini sfocate
A sinistra Tina Merlin che dalla pagine de “L’Unità” denunciò irregolarità, rischi e soprusi
La curatrice Simona Innocenti ha deciso di organizzare la mostra “Ferite indelebili” per fare qualcosa per Fondazione Cigno dopo aver attraversato con successo un periodo di cure e terapie. Da qui la decisione di sostenere i progetti di qualità della vita e accoglienza per i malati oncologici dell’Ospedale Civile di Ovada. Molto particolare la tecnica con la quale le foto sono state realizzate: La tecnica della Polaroid istantanea, sbiadita, maltrattata, accidentale, ha una materialità che si fonde con la gravità del progetto e che amplifica gli echi di questa vicenda”. La mostra gode del patrocinio della Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, dei comuni di Ovada, Molare, Rossiglione e Cremolino.
Tra i padiglioni della Loggia le immagini della fase precedente alla tragedia e della devastazione dei giorni successivi. Un legame ideale ma forte con quanto avvenuto in tutta la valle Orba il 13 agosto 1935 con il crollo della diga di Molare. La mostra sarà visitabile tutti i pomeriggi e nelle mattinate di mercato. L’ingresso è a offerta.