Lavagnina, Iren promette il monitoraggio di Gorzente e Piota
La tabella di marcia stabilita prevede la conclusione dei lavori nei primi mesi del prossimo anno
CASALEGGIO BOIRO – Le piogge tanto attese per il periodo autunnale nella speranza che contribuissero a ristabilire la situazione di Gorzente e Piota precedente all’avvio dei lavori di manutenzione alla Lavagnina per ora si sono presentate in quantità piuttosto ridotta. L’acqua caduta non è certo sufficiente a ripulire il greto dei due torrenti da fanghi e limi sversati anche nel corso dell’estate del 2025. A valutare meglio la situazione potrà contribuire il monitoraggio da tempo promesso da Ireti, la società che gestisce l’invaso della Lavagnina per conto di Iren, al termine delle operazioni. I lavori ancora da eseguire comprendono il completamento delle opere relative alle intercapedini tra nuove e vecchie condotte dell’idraulica di valle e dell’allestimento dei locali interni e di tutta l’impiantistica elettrica. A monte si provvederà, poi, al montaggio della nuova griglia di protezione dell’ingresso delle condotte di presa e all’ultimazione del rivestimento impermeabilizzante del paramento.
Nel frattempo si con l’installazione degli organi idraulici mancanti nel locale valvole a centro diga: attività che ha consentito il ripristino di entrambi gli scarichi, già oggi potenzialmente utilizzabili in caso di emergenza. In queste settimane sono, inoltre in corso le perforazioni per il collegamento elettrico dei due locali tecnici.
Cronoprogramma definito
La tabella di marcia stabilita per la Lavagnina prevede la conclusione dei lavori nei primi mesi del prossimo anno. A quel punto si potrà valutare il reale impatto e, nel tempo stesso, soppesare il valore delle promesse fatte in più occasioni dall’azienda che si è impegnata a ripristinare lo scenario precedente all’avvio dei lavori. La vicenda si interseca inevitabilmente con quanto accaduto con il parco Aree Protette dell’Appenino Piemonte che a breve dovrebbe vedere la nomina del nuovo presidente nella persona di Paolo Caviglia. Quest’ultimo sarà chiamato a recitare un ruolo diverso rispetto a quello esercitato da Danilo Repetto nella vesta di presidente prima e di commissario nel corso del 2025.
I fanghi sversati nei due torrenti hanno reso le aree balneabili della Lavagnina di fatto infrequentabili con un danno tangibile alle comunità e alle piccole attività economiche che vivono dell’indotto generato dai luoghi incontaminati della Lavagnina.