Carpeneto saluta l’alpino Giovanni Paravidino
Società
Daniela Terragni  
14 Ottobre 2025
ore
16:30 Logo Newsguard
Il ricordo

Carpeneto saluta l’alpino Giovanni Paravidino

Commovente cerimonia con 18 gruppi associativi e autorità per il rimpatrio del giovane militare morto in prigionia nel 1944

CARPENETO – Un corteo composto da 18 gruppi con stendardi e gagliardetti, partito da Ovada, Molare, Acqui e Torino, ha accompagnato il ritorno a casa dei resti dell’alpino Giovanni Paravidino, morto nel 1944 in un campo di prigionia tedesco in Polonia. Alla cerimonia, svoltasi sabato scorso al cimitero di Carpeneto, erano presenti le sezioni dell’Anpi, dell’Anc, dell’Unirr, le Guardie d’Onore del Pantheon, i Paracadutisti di Torino e la Comunità Polacca con Violetta Vias.

La funzione è iniziata con la benedizione dell’urna da parte del parroco don Andrea Benso, seguita dagli interventi di autorità civili, familiari e testimoni. La salma è stata deposta accanto ai genitori, al fratello Domenico e alla sorella gemella Giovanna. «I suoi cari sono morti senza poter vedere realizzato il sogno di una degna sepoltura per il nostro Nino – ha dichiarato la cugina Giovanna – Era un ragazzo sensibile, pieno di vita, che ha rappresentato per noi il simbolo della sofferenza e dell’ingiustizia».

Memoria ritrovata

La giornata è stata definita dal consigliere regionale Marco Protopapa come «il giorno dell’emozione». Emozione condivisa anche dal cavaliere Pietro Parodi, sopravvissuto alla prigionia: «Sono stato fortunato, molti non hanno potuto raccontare». Il vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Ravetti ha ricordato i 650.000 militari italiani che, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, rifiutarono di collaborare con i nazisti, pagando con la deportazione e la morte: «Un impegno che il Comitato regionale della Resistenza e della Costituzione rinnova dal 1976, insieme al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella».

Il sindaco Pisaturo, promotore del rimpatrio, ha ricordato che la Legge del 13 gennaio 2025 ha istituito la Giornata Nazionale degli Internati Militari Italiani, che si celebrerà ogni 20 settembre, data simbolica scelta per onorare la memoria di migliaia di soldati caduti nei lager tedeschi. Il colonnello dei Carabinieri Daniele Quattrocchi, nuovo comandante della Compagnia di Acqui Terme, ha sottolineato l’importanza della trasmissione della memoria: «Peccato per la scarsa presenza di giovani oggi». Un appello condiviso anche da Riccardo Briante, vicecomandante dei Vigili del Fuoco di Alessandria: «I miei nonni mi raccontavano le gesta dei valorosi di questo territorio».

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La storia di Giovanni

Grazie a una lettera del compagno di prigionia Angelo Bottero, si è scoperto che i compagni di Giovanni raccolsero 40 marchi per comprare una bara e impedirne la sepoltura in una fossa comune. Un gesto di umanità che ha permesso, 80 anni dopo, il ritorno del giovane alpino a casa. I presidenti degli Alpini di Acqui e Alessandria, Giancarlo Bosetti e Bruno Dalchecco, insieme a Bruno Chiodo, hanno reso omaggio durante la “Preghiera dell’Alpino”, accompagnata dalla Filarmonica Margherita.

L’identificazione dei resti è avvenuta grazie al progetto del Museo Centrale dei Prigionieri di Guerra di Opole, che nel 2023 ha avviato il recupero delle spoglie di 60 internati italiani a Lamsdorf. La piastrina di riconoscimento ha confermato l’identità: Giovanni Paravidino, del Battaglione Ceva, nato il 25 giugno 1923 a Carpeneto, frazione Madonna della Villa, morto il 1° settembre 1944 a 21 anni.

Ora, il suo nome sarà ricordato ogni anno il 20 settembre, come simbolo di sacrificio, memoria e dignità.

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