Ovadese, la difficile metamorfosi in attesa della seconda punta
Dopo l'eliminazione in Coppa
OVADA – L’Ovadese ragiona sulle indicazioni emerse in questo doppio derby con l’Acqui che ha portato all’eliminazione in Coppa Italia. Il 2-1 maturato ai supplementari al Geirino ha confermato quello che già si era visto all’Ottolenghi. I termali di Malvicino sono più avanti per ritmo e udee di gioco. L’Ovadese deve invece trovare una nuova dimensione che necessarianente passerà, almeno per il momento, da prerogative diverse rispetto a quelle dell’anno scorso. Poco importa se la squadra di Carosio ha avuto all’ultimo minuto la clamorosa occasione del 2-2. L’Acqui è stato più spigliato nella manovra in un primo tempo in cui Gaione ha salvato la situazione con almeno tre interventi importanti. Ora c’è una settimana di tempo per lavorare alla preparazione di una gara d’esordio in campionato con la Pro Dronero che si presenta complessa.
L’Ovadese ha presentato i due rinforzi più discussi dell’estate. Federico Amendola è l’esterno offensivo appena arrivato per dare a Carosio più opzioni di gioco in avanti. Poche le segnalazioni della sua presenza ma non poteva essere diverso in un primo tempi difficile per tutta la squadra. Nella ripresa è entrato anche il greco Tsampourakis. Carosio l’ha mandato in campo per rompere l’isolamento di Romei. Agli annali rimarrà un grande gol in sforbiciata. Il giocatore ha sfiorato anche il pareggio all’ultimo respiro dei supplementari. In mezzo c’è stato poco per un giocatore ancora evidentemente non inserito negli schemi. Stranezze del calcio in attesa di capire quanto durerà la sua campagna ovadese.
Scenario in evoluzione
Oggi l’Ovadese è una squadra che fatica ad imbastire trame di gioco insidiose. La sfida con l’Acqui è stata condizionata dall’espulsione precoce di Visentin per fallo da ultimo uomo. Chi era al Geirino ha però notato le difficoltà della coppia di centrocampo formata da Genocchio e Campazzo. L’Ovadese dello scorso anno era una squadra che non andava troppo per il sottile.Ritmo e lancia ad appoggiarsi sulle punte erano la caratteristica principale. A nobilitarla due interpreti di primo piano come Piana e Romei. Oggi c’è solo il secondo spessa costretto a lottare contro due centrali. La palla rilanciata troppo spesso torna velocemente indietro. La difesa rimane sotto pressione e soffre. Rispetto allo scorso anno l’Ovadese è meno efficace anche sulle corsie laterali: Bonicco a destra è un giovane alle prime esperienze, Visentin adattato a sinistra in attesa del rientro di Mocerino non può essere propositivo come il miglior Costa. Complica la situazione un campo del Geirino con dimensioni che aquiscono i problemi di chi ancora non sa come fare gioco. Nella ripresa l’Ovadese ha fatto un po’ meglio, anche se in 10, con la colpia mediana Bosic – Margaglio. La colpa, se c’è stata, chiudersi a riccio dopo il vantaggio e consegnarsi allo sforzo dell’Acqui per la rimonta.