Diga di Molare: le testimonianze dei superstiti commuovono la Loggia
Per il 90° anniversario del crollo
OVADA – Il ricordo commosso della tragedia della diga di Molare è un lungo abbraccio collettivo in una Loggia di San Sebastiano ieri sera insufficiente a contenere tutti i partecipanti al convegno rievocativo organizzato dall’Accademia Urbense. Le nove ore che sconvolsero l’Ovadese sono state raccontate con i contributi del geologo Vittorio Bonaria, degli esperti di storia Federico Borsari e Paolo Bavazzano. “Ci siamo concentrati – ha spiegato Giancarlo Subbrero, presidente dell’Accademia – su quel lasso di tempo. Le conseguenze della tragedia furono pesanti anche per le condizioni economiche delle aree colpite”. Di particolare rilievo le testimonianze di Walter Secondino e Luigi Gollo, arrivato da Milano. I due sono superstiti.
Secondino aveva 7 anni ed era al Borgo, Gollo ne aveva tre e si salvò nella sua cascina di Monteggio, tra le prime zone raggiunte dall’onda di acqua e fango. Nel pomeriggio in piazza Cereseto è stata inaugurata la mostra creata per raccontare con le immagini quei momenti così drammatici. Oggi alle 10 la commemorazione delle vittime presso il cimitero di Ovada. Alle 18 partirà dalla stazione di Molare la camminata “Per non dimenticare” organizzata da Roby Bruzzone e dalla sua associazione. Alle 19.30 tappa fissata alla centrale dei frati accanto al ponte della Veneta per la lettura del memoriale di Matteo Grillo, il custode che si salvò per miracolo. Dalle 20.30 presso il Borgo l’inaugurazione del pannello commemorativo.
Vite spezzate
Luigi Gollo, la sua vita si è poi sviluppata a Milano
“La tragedia della diga di Molare – ha ricordato Sabrina Caneva, assessore alla Cultura del Comune di Ovada – è una storia che per un certo periodo è stata dimenticata. Ma è di grande attualità perché ci parla anche di noi”. Gli ultimi calcoli aggiornati per l’occasione hanno portato a 115 vittime la stima ufficiale. “Sono contento di trovare così tanta gente – ha raccontato Gollo – Per molti anni mi sono sentito offeso dal fatto che non veniva ricordato quel che è successo alla mia famiglia e a tanti ovadesi. Vivevo ai piedi di Cremolino (regione Monteggio ndr). A tre anni capitò la tragedia. L’acqua si alzò nei nostri terreni. Mio padre allontanò mia madre con i figli. Dopo poco tempo arrivò un’ondata tremenda che ha segnato la vita di mia mamma e mia zia. I nonni scomparvero, mio padre fu portato via. Molte altre famiglie sono state distrutte. Quell’onda passò sopra la nostra casa”.
La vita di Gollo cambiò attraverso Edison che si occupò di sostentamento e istruzione fino ai 18 anni. “Mia madre – ha proseguito – scelse per non lasciarmi nell’incertezza”. Le ricerche di Paolo Bavazzano hanno portato alla lettera con la quale la madre di Gollo accettò la proposta formulata da Edison di allevare Luigi a Pallanza.
Testimone oculare
Ha scritto più volte della diga anche Walter Secondino. “Chi non ha avuto paura – ricorda – ha perso la vita. Molti sono rimasti bloccati nelle loro abitazioni per il crollo delle scale. Si è salvato chi è scappato alle Cappellette. Noi alle 11.30 stavamo guardando. Dal ponte della Veneta arrivò un imponente flusso d’acqua che ha cambiato la sua direzione. Noi siamo scappati quando l’acqua é arrivata al muraglione. Il ponte è stato spostato e poi crollato. Ho visto uomini ed animali già morti trascinati via”. Secondino ricorda il Borgo dell’epoca. “Era molto sviluppato. Ovada negli anni successivi sarebbe stato qualcosa di diverso. C’era un’attività enorme”. A lanciare l’ennesimo appello per la creazione di un sentiero verso la diga è stato Vittorio Bonaria. “Sarebbe di grande interesse per molti aspetti. I rischi sarebbero facilmente gestibili come avviene nei sentieri di montagna. La tragedia è stata dimenticata anche perchè la diga é invisibile da ogni punto della provinciale”.