“Superman” di James Gunn
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Barbara Rossi  
8 Agosto 2025
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11:59 Logo Newsguard
Polvere di stelle

“Superman” di James Gunn

Il "Superman" di James Gunn è un interessante ma non del tutto risolto ibrido tra la saga del criptoniano e il cinema DC Universe dei mostri e dei supereroi

«Ho pensato a lungo a come iniziare la storia e, alla fine, ho capito che entrare subito nell’azione non era una cattiva idea per immergerci in quello che volevamo raccontare. Certo, mostrare Superman così vulnerabile fin dall’inizio è qualcosa che mi ha spaventato, ma penso che fosse importante che il pubblico vedesse anche un altro lato della medaglia», racconta James Gunn – acclamato autore della trilogia di I guardiani della Galassia (dal 2014) e Suicide Squad- Missione suicida (2021) – a “Vanity Fair”.

Un eroe fragile

«Una delle cose che più mi interessava del film era dimostrare che, al di là del saper volare e lanciare dei laser dagli occhi, Superman non vuole nulla di più che essere umano: è questo che lo rende speciale, perché sente di voler creare una connessione con altre persone per non sentirsi solo. Offrire protezione a chi la chiede è un valore che molti di noi hanno e che non può non renderci super», conclude Gunn, dal 2022 co-presidente, co-amministratore e direttore creativo dei DC Studios californiani, una sezione della Warner Bros. Entertainment che si occupa di rilanciare l’universo DC Comics.
È, dunque, perfettamente plausibile e in linea con la politica del franchise l’intento del regista di far confluire la ultradecennale saga cinematografica del personaggio alieno nato nel 1933 dalle strisce di Jerry Siegel e Joe Shuster nella stessa pellicola che vede in azione un altro gruppo di supereroi (la cui lontana origine a fumetti risale al 1974) in lotta contro i sempiterni mostri e i cattivi di turno.
Il nuovo Superman – già campione d’incassi in America, di minor successo nel resto del mondo – detiene anche altri due primati: è il primo film del DC Universe e il primo del “Capitolo Uno: Dei e Mostri”. In generale, rappresenta il secondo reboot del ciclo di Superman, giunto ormai alla settima uscita in sala. Qui Clark Kent/Kal-El (il suo nome originario sul pianeta Krypton) è presente sulla Terra da soli trent’anni, abbastanza per agire indefessamente con l’obiettivo di portare a termine la missione di preservare il mondo, ma troppo pochi per non essere, a volte, ancora incerto sul da farsi o per evitare di venire aggredito.
L’incipit del film lavora proprio in questo senso, mostrandoci un giovane Superman ferito nella lotta contro il malvagio “Martello di Boravia”. La storia inizia in medias res, il plot dà già come acquisita da parte dello spettatore la conoscenza della vita pregressa di Superman, così come la sua identità. Per la prima volta (e questo è un pregio del film) del celebre metaumano viene messa in risalto la fragilità, oltre agli occasionali impacci. David Corenswet – che presta volto e corpo a Superman, già guest star di numerose serie tv – appare, tuttavia, a sua volta non del tutto a suo agio nella parte, offrendo scarsa incisività a questo personaggio iconico (difficile, peraltro, a dispetto del tempo trascorso, scrollarsi di dosso il ricordo del compianto Christopher Reeve).
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Superman (David Corenswet) ferito nell’incipit del film

Un monito all’America odierna

«Il tema della reputazione online è centrale non solo nel film ma anche nella vita di tutti i giorni. La differenza tra i due personaggi è, però, che Superman riesce a lasciar andare, definendosi solo attraverso le sue scelte, mentre Lex no. Per lui è fondamentale definirsi in base a come le persone lo percepiscono, e sarà proprio questa la spinta che lo porterà a voler uccidere Superman. Estendendo il discorso, penso che le persone oggi si preoccupino molto di ciò che gli altri dicono su Internet, ma bisogna stare attenti a non sovrastimare il fenomeno. Se 300 persone in Rete scrivono qualcosa di brutto ti sembreranno un sacco di persone ma, se confrontate agli abitanti del mondo, è ovvio che siano molto poche. Non dobbiamo dimenticarlo».
Così il regista Gunn – sempre a “Vanity Fair” – approfondisce uno dei temi legati alla comunicazione nella società odierna adombrati nel film. Per fermare Superman, Lex Luthor (Nicholas Hoult) – miliardario follemente spietato affetto da un profondo senso di inferiorità nei suoi confronti – si allea con il feroce Vasil Ghurkos (Zlatko Buric), dittatore con mire espansionistiche del regno di Boravia, scatenandogli contro non solo un avversario reale, il clone al negativo Ultraman, ma anche una violenta campagna diffamatoria opportunamente orchestrata in Rete, con l’obiettivo di screditarlo agli occhi dell’opinione pubblica.
Non a caso, sia la figura di Luthor che quella di Vasil ricordano da vicino quelle di Elon Musk e Donald Trump, espressioni di un’America attuale minacciosa e contraddittoria. Questo filone narrativo è tra i più efficaci del film, in grado di indurre una riflessione non scontata sia sulle distorsioni del mondo dei social media, sia sui problemi geopolitici del nostro tempo, caratterizzato dal ritorno di pesanti schieramenti ideologici, di nuove barriere e confini, anche simbolici.
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Un primo piano del malvagio Lex Luthor (Nicholas Hoult)

Krypto, un cane speciale

«Ma all’inizio davvero volevo girare “solo” un film divertente. Anche tenero. Per questo ho voluto che un super cane ne fosse il co-protagonista. Io ne ho uno a casa, che adoro: volevo che tutti si innamorassero di lui come io lo sono del mio». Gunn motiva a “StyleMagazine” un’altra delle ragioni del gradimento del suo film, nel caso specifico una ragione “trasversale”, capace di soddisfare generazioni differenti. Crypto, il cagnolino di Superman, a cui nel plot viene concesso molto spazio, trasformandolo in uno dei motori cardine della storia, la miccia che accende l’attenzione e l’entusiasmo degli spettatori.

Modellato in un solo giorno di posa e poi in digitale sulle fattezze di Ozu (il nome, un omaggio al maestro del cinema orientale) , il vero cane del regista, salvato quando aveva tre anni da avverse condizioni di vita, Crypto ne rispecchia il carattere vispo e passionale, a tratti perfino un po’ aggressivo. Ma, almeno nel film, questa irruenza è giustificata dall’affetto che Crypto nutre per Superman, tanto da renderlo il suo autentico salvatore quando viene ferito a morte all’inizio della perigliosa avventura. Una curiosità legata al making of delle scene in cui si esplica il rapporto fra Superman e Kripto è data dal fatto che le reazioni del cagnolino di fronte al suo inarrestabile collega umano sono state realizzate filmando il rapporto tra Ozu e il gatto di Gunn.

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Superman e il suo cane Krypto

Una saga da rinnovare

A conti (e incassi) fatti, Superman è una pellicola che funziona, con un ottimo cast (a comprendere anche la Lois Lane di Rachel Brosnan, efficace nella sua petulante professionalità di cronista, e il già citato Hoult, che pure non riesce a trovare per il suo villain il giusto equilibrio tra realismo e caricatura), perfette scenografie e una fotografia colorata e pop, effetti digitali, colpi di scena, ritmo sincopato.

In effetti, il problema sta proprio qui: è tutto troppo. Troppo denso, troppo veloce sino all’affastellamento di azioni ed eventi disparati, troppo rutilante, affannoso sino a risultare asmatico. Gunn ha investito, parecchio (anche qui: forse troppo) in questa operazione cinematografica, dove si giustappongono senza mai fondersi con armonia temi politici, mediali, narrativi (vedi il crossover tra l’universo del meta-eroe Superman e quello dei supereroi della Justice Gang (Lanterna Verde, Hawkgirl e Mr. Terrific). L’intenzione – lodevole – è quella di rifondare un inedito e ibrido DC Universe, ricco di contaminazioni. Forse James Gunn ci riuscirà con i giusti toni nel nuovo Superman che – come lui stesso ha annunciato – non sarà un semplice sequel, ma un progetto del tutto nuovo. Forse un crossover Superman/Batman?

 

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Superman e la fidanzata Lois Lane

 

Superman (id.)

Origine: Stati Uniti, 2025, 129′

Regia: James Gunn
Sceneggiatura: James Gunn
Fotografia: Henry Braham
Montaggio: Jason Ballantine
Musica: John Murphy
Cast: David Corenswet, Rachel Brosnahan, Nicholas Hoult, Nathan Fillion, Isabela Merced, Wendell Pierce, Skyler Gisondo, Anthony Carrigan, Sean Gunn, Edi Gathegi, Sara Sampaio
Produzione: DC Comics, DC Entertainment
Distribuzione: Warner Bros Italia
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