“Superman” di James Gunn
Il "Superman" di James Gunn è un interessante ma non del tutto risolto ibrido tra la saga del criptoniano e il cinema DC Universe dei mostri e dei supereroi
Un eroe fragile
Superman (David Corenswet) ferito nell’incipit del film
Un monito all’America odierna
Un primo piano del malvagio Lex Luthor (Nicholas Hoult)
Krypto, un cane speciale
«Ma all’inizio davvero volevo girare “solo” un film divertente. Anche tenero. Per questo ho voluto che un super cane ne fosse il co-protagonista. Io ne ho uno a casa, che adoro: volevo che tutti si innamorassero di lui come io lo sono del mio». Gunn motiva a “StyleMagazine” un’altra delle ragioni del gradimento del suo film, nel caso specifico una ragione “trasversale”, capace di soddisfare generazioni differenti. Crypto, il cagnolino di Superman, a cui nel plot viene concesso molto spazio, trasformandolo in uno dei motori cardine della storia, la miccia che accende l’attenzione e l’entusiasmo degli spettatori.
Modellato in un solo giorno di posa e poi in digitale sulle fattezze di Ozu (il nome, un omaggio al maestro del cinema orientale) , il vero cane del regista, salvato quando aveva tre anni da avverse condizioni di vita, Crypto ne rispecchia il carattere vispo e passionale, a tratti perfino un po’ aggressivo. Ma, almeno nel film, questa irruenza è giustificata dall’affetto che Crypto nutre per Superman, tanto da renderlo il suo autentico salvatore quando viene ferito a morte all’inizio della perigliosa avventura. Una curiosità legata al making of delle scene in cui si esplica il rapporto fra Superman e Kripto è data dal fatto che le reazioni del cagnolino di fronte al suo inarrestabile collega umano sono state realizzate filmando il rapporto tra Ozu e il gatto di Gunn.
Superman e il suo cane Krypto
Una saga da rinnovare
A conti (e incassi) fatti, Superman è una pellicola che funziona, con un ottimo cast (a comprendere anche la Lois Lane di Rachel Brosnan, efficace nella sua petulante professionalità di cronista, e il già citato Hoult, che pure non riesce a trovare per il suo villain il giusto equilibrio tra realismo e caricatura), perfette scenografie e una fotografia colorata e pop, effetti digitali, colpi di scena, ritmo sincopato.
In effetti, il problema sta proprio qui: è tutto troppo. Troppo denso, troppo veloce sino all’affastellamento di azioni ed eventi disparati, troppo rutilante, affannoso sino a risultare asmatico. Gunn ha investito, parecchio (anche qui: forse troppo) in questa operazione cinematografica, dove si giustappongono senza mai fondersi con armonia temi politici, mediali, narrativi (vedi il crossover tra l’universo del meta-eroe Superman e quello dei supereroi della Justice Gang (Lanterna Verde, Hawkgirl e Mr. Terrific). L’intenzione – lodevole – è quella di rifondare un inedito e ibrido DC Universe, ricco di contaminazioni. Forse James Gunn ci riuscirà con i giusti toni nel nuovo Superman che – come lui stesso ha annunciato – non sarà un semplice sequel, ma un progetto del tutto nuovo. Forse un crossover Superman/Batman?
Superman e la fidanzata Lois Lane
Superman (id.)
Origine: Stati Uniti, 2025, 129′