Crisi di Lercaro, l’appello del PD: “I sindaci siano coinvolti”
Casa di riposo in liquidazione
OVADA – Com’era prevedibile, ha provocato varie reazioni la decisione adottata dalla Regione Piemonte di mettere in liquidazione l’Ipab di Lercaro. La casa di riposo situata a metà strada tra Ovada e Tagliolo affronta da qualche settimana una nuova crisi, forse la peggiore degli ultimi anni. Il liquidatore nominato la settimana scorsa dovrà occuparsi con una situazione davvero scabrosa. Nella primavera 2024 l’aggiudicazione della gestione formalizzata a Proges per 67 anni sembra dischiudere una prospettiva migliore dopo i travagli degli anni precedenti. Ma la prospettiva di procedere alla trasformazione in fondazione è naufragata di fronte a una situazione debitoria troppo grave e pesante.
Parla di questo il circolo cittadino del Partito Democratico. “La notizia della decisione di Regione Piemonte di mettere in liquidazione l”IPAB Lercaro – si legge nella nota diffusa nella giornata di ieri – crea nel contempo sorpresa, sconcerto e preoccupazione. Ma come? Un anno fa non era stato dichiarato dal commissario che la situazione era stata risolta e che la gara per la gestione era l’ultimo atto prima della trasformazione in fondazione? Come può lo stato dell’IPAB, a un solo anno di distanza, essere precipitato così pesantemente? La sorpresa diventa sconcerto pensando a tutte le fasi, dalla ricognizione all’impostazione della gara e alla sua predisposizione, fino all’attività di controllo di Regione Piemonte che mai in questi anni ha rilevato (per quanto è a nostra conoscenza) problemi nella gestione commissariale. Cos’è che non ha funzionato?”
Travaglio perenne
La situazione debitoria di Lercaro, secondo l’ultimo bilancio depositato nel 2023, ammonterebbe a 1 milione e 300 mila euro. Una cifra accumulata nel passato fatto di un numero di ospiti non sufficiente e di rette inferiori ai costi reali da affrontare. Il maxi buco nei conti della casa di riposo era emerso tra il 2016 e il 2017. Ad annunciarlo l’allora commissario Giovanni Maria Ghè, che addebitò la questione all’eccessivo costo dei posti letto a fronte delle rete pagate dagli ospiti della struttura. Dal 2020 la struttura è stata gestita da Ivana Nervi, in qualità di commissario straordinario.
“La preoccupazione è rivolta al futuro – prosegue la nota – innanzitutto per gli ospiti e per i dipendenti. Il Lercaro, se non andiamo errati, è l’unica struttura del territorio abilitata per il ricovero degli anziani non autosufficienti. È un “patrimonio “, non solo dell’IPAB ma di tutto il territorio ovadese. Chiediamo che i Sindaci e il Consorzio Servizi Sociali non siano tenuti ai margini, come è consapevolmente accaduto in passato, ma siano fortemente coinvolti non tanto nella liquidazione dell’ente, che è un fatto grave e triste, ma tecnico, quanto nell’individuazione di un percorso che non privi il comprensorio ovadese di un presidio fondamentale e irrinunciabile.
Noi siamo pronti a intraprendere le iniziative necessarie con il coinvolgimento dei partiti e della società civile”.