Rocca Grimalda pronta a mobilitarsi contro l’agrivoltaico
Società
Edoardo Schettino  
26 Giugno 2025
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07:29 Logo Newsguard
L'assemblea

Rocca Grimalda pronta a mobilitarsi contro l’agrivoltaico

Il progetto per l'area della Zerba

ROCCA GRIMALDA – Rocca Grimalda sembra pronta a compattarsi per dire no al progetto di area per la produzione di energia elettrica attraverso l’agrivoltaico che la società genovese Ren vorrebbe creare all’interno della fattoria La Zerba. Nella parte più bassa di San Giacomo dovrebbe sorgere un’area da 21 ettari. Il paese è preoccupato dell’impatto che l’operazione produrrebbe sulla collina già occupata da due agriturismi e diverse abitazioni. Tanto che nell’assemblea andata in scena nelle cantine di Palazzo Borgatta sono stati i cittadini singoli proprietari a spingere per la nascita di un comitato.

“Avremo – ha chiarito il sindaco del paese, Enzo Cacciola – un consiglio comunale il 23 luglio. Invito tutti a farci pervenire le loro istanze contrarie per quella data”. L’ipotesi, in attesa dell’imminente conferenza dei servizi, è quella di una delibera che parta dagli argomenti generali contrari all’agricoltaico espressi dalla Provincia di Alessandria in una mozione specifica.

Impatto negativo

La produzione media annua di energia elettrica prevista per La Zerba, secondo la documentazione presentata, si aggirerebbe sui 17 gigawatt. Una distesa di pannelli collocati a quattro metri di altezza dovrebbe fungere allo scopo. Con la modifica della normativa dello scorso anno la Provincia di Alessandria sembra essere diventata area di attrazione per questo tipo di insediamenti.

“Con l’ultima variazione al piano regolatore di quindici anni fa – ha chiarito il sindaco Cacciola – non si pensò a porre un vincolo perchè nessuno immaginò una situazione di questo tipo”. Dito puntato da parte dei residenti dell’area anche contro le opere di mitigazione dell’impatto visivo previste ritenute largamente insufficienti. Da valutare anche le possibili compensazioni previste in questi casi sotto forma di opere pubbliche.

A spaventare in particolare il danno che l’installazione porterebbe al contesto così apprezzato dal turismo lento che si è sviluppato negli ultimi anni e la perdita di valore complessivo che le abitazioni private registrerebbero in caso di via libera definitivo.

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