Videosorveglianza, il nuovo sistema si baserà su 21 punti
Per il monitoraggio della città
OVADA – Il nuovo sistema di videosorveglianza sarà basato su un reticolo di 21 postazioni dislocate nelle aree ritenute più sensibili. A queste si aggiungeranno quelle già collocate in via Novi, via Voltri e al bivio tra corso Italia e corso Saracco riportate alla perfetta efficienza. A fornire l’indicazione è stato il sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi, nell’ambito della conferenza stampa con la quale, qualche giorno fa, è stato tracciato un bilancio del primo anno di lavoro della sua Giunta. A quanto indicato si aggiunge anche la messa in funzione della zona a traffico limitato controllata dai varchi elettronici attivati all’inizio del 2025. Nel mese di novembre 2024 Palazzo Delfino aveva affidato l’incarico per la progettazione esecutiva e la direzione dei lavori all’ingegner Alberto Bodrato, titolare dello Studio Stecher con sede in città.
L’impegno per la videosorveglianza è solo uno degli aspetti che hanno caratterizzato il lavoro della Giunta negli ultimi dodici mesi. L’attenzione principale è stata rivolta al recupero del patrimonio architettonico e alla manutenzione straordinaria di alcuni punti importanti del suolo cittadino.
Questione annosa
La realizzazione di un sistema di videosorveglianza moderno, per soddisfare l’esigenza manifestata da una parte della popolazione di maggiore sicurezza, è argomento di cui si dibatte da anni. Anche nell’ultima legislatura uno degli scontri di visioni più forti era stato determinato dalle diverse posizioni manifestate dalla Giunta, all’epoca guidata da Paolo Lantero, e il consigliere di minoranza Angelo Priolo, membro di “Ovada viva”, da sempre schierato in questo senso. Per la realizzazione del nuovo sistema l’amministrazione comunale è pronta a utilizzare risorse proprie e, nel contempo, presentare la progettazione ultimata in occasione dell’uscita di bandi che potrebbero portare a finanziamenti.
Tra gli obiettivi principali, concordati anche in base all’esito del confronto sviluppato nei mesi recenti con i rappresentanti delle Forze dell’Ordine, il monitoraggio delle vie di fuga e degli ingressi in città. Non è infatti un segreto che negli ultimi anni parte delle attività criminali, in particolare lo spaccio, sia andato alla ricerca di spazi più lontani dalle aree centrali e per questo motivo meno assoggettabili a un controllo puntuale.