Tartufo, la Provincia si mobilita per la protesta contro la nuova legge
Sabato 14 giugno a Torino
OVADA – Anche il mondo della libera ricerca del tartufo in provincia si mobilita in vista della manifestazione nazionale in programma domani, sabato 14 giugno 2025, a Torino. Dalle 9 il corteo in partenza dalla zona Lingotto proverà a raggiungere la sede della Regione Piemonte per far sentire la sua voce contro una legge ritenuta ingiusta e molto limitate rispetto alle attività da portare avanti all’interno delle tartufaie autorizzate. La manifestazione parte da una piattaforma sintetizzata in diversi punti. Fra questi: posizione contraria all’abbattimento delle querce secolari, un limite alle tartufaie controllate da stabilire in un 20% – 30% del territorio comunale, stessi divieti e calendari per i frequentatori delle tartufaie controllate rispetto a quelli liberi, un cuscinetto di terreno tra una controllata e l’altra, calendario di raccolta unificato tra le regioni per ragioni commerciali.
In questa fase è tutto il Monferrato a guardare con estremo interesse allo sviluppo dell’emergenza: la ricerca e la raccolta del tartufo bianco è veicoli di sviluppo economico per una larga fetta di operatori attorno al mondo del bosco. Molte le battaglie condotte in questi anni dai liberi cercatori. La mobilitazione proseguirà anche dopo la giornata di domani. Il 25 giugno è già previsto un presidio a Roma sotto Montecitorio.
Fase storica
C’è chi ha già definito la fase che stiamo attraversando la disfida del tartufo. Secondo l’ala più dura dei contrari la proposta di legge avanzata dal senatore leghista Giorgio Bergesio sarebbe la pietra tombale sulla libera ricerca che in questi anni è già stata parecchio limitata. La norma in vigore oggi risale al 1985. «Le tartufaie controllate – sintetizza la protesta – creano circoli di pochi fortunati». L’aumento del periodo di durate della tartufaie da 5 a 20 anni è l’ulteriore motivo di malcontento. Così come la limitazione alla possibilità concessa nelle ore notturne. Sabato è previsto l’arrivo di almeno 400 trifolau. Ma c’è anche chi, pur condividendo le argomentazioni di chi protesta, avrebbe scelto una modalità diversa per farsi sentire.