Vino, Cia chiede gli Stati generali per la crisi del settore
La decisione dopo l'incontro tra i referenti provinciali del Piemonte
OVADA – Attraversa un momento di grande difficoltà il mondo del vino. E non fa eccezione il panorama della Provincia di Alessandria. Si è parlato soprattutto di questo nell’incontro che ha radunato i referenti provinciali di Confederazione Italiana Agricoltori. Ne è nata una richiesta molto precisa.
«Chiediamo alla Regione Piemonte la convocazione urgente degli Stati generali del vino, il comparto sta manifestando segni di sofferenza che non possono più essere ignorati. Nell’immediato, bisogna trovare una soluzione alle eccedenze di magazzino che si stanno registrando nel territorio piemontese, ma allo stesso tempo occorre ragionare al più presto sui problemi di fondo dell’intero settore, che vede addensarsi all’orizzonte nubi sempre più minacciose e preoccupanti».
A farsi portavoce il presidente regionale di Cia Agricoltori italiani del Piemonte, Gabriele Carenini. L’allarme lanciato include diverse criticità evidenziate nel recente passato.
Lavoro, prezzi e svantaggi
Il vino soffre perchè i consumi calano e perchè la sua coltivazione, per motivi ambientali, è sempre più complessa. Ragioni di mercato cambiamento climatico e cattiva informazione gli scogli da superare. «Parliamo in questo momento di almeno 55 mila ettolitri di vino in eccedenza – osserva Franco Piana, vicedirettore Cia Alessandria-Asti e responsabile Sviluppo Impresa, presente insieme al referente di settore Roberto Parisio – soltanto per Barbera, Cortese e Dolcetto. Il Consorzio della Barbera d’Asti e dei Vini del Monferrato ha convocato una riunione per discuterne. Una criticità che va ad aggiungersi ad alcune situazioni ormai croniche e che prevedibilmente nei prossimi mesi diventerà evidente in molte altre regioni d’Italia». L’iniziativa, secondo Cia Piemonte, va presa dalla politica.
«Il 30 giugno – annuncia Carenini – porterò le proposte della Cia al Tavolo Verde convocato in Regione. È necessario coinvolgere tutti gli attori protagonisti del settore: produttori, Consorzi, industriali, decisori politici. È il momento di farlo, prima che sia troppo tardi, disegnando tutti insieme un nuovo scenario di sviluppo per i prossimi anni, tenendo conto che la gravità dei problemi è sempre più evidente».