Via Gramsci, Comune pronto a chiedere risarcimenti ad Aspi
Per i danni frequenti agli asfalti
OVADA – Via Gramsci è l’esempio lampante di strada del centro della città che subisce danni a causa di un traffico troppo intenso per la portata della via. E su questo tema il comune di Ovada non sembra più disposto a tollerare. Una comunicazione indirizzata da Aspi sta per partire. “Siamo intenzionati – ha chiarito un paio di sere fa il sindaco Gianfranco Comaschi – a chiedere compensazioni economiche. Gli ovadesi pagano il prezzo dell’attuale situazione. E non ci pare giusto”. L’affondo è strettamente legato alla procedura che dovrebbe, al più presto, portare all’apertura del casello autostradale A26 nel territorio di Predosa.
“Per noi – ha proseguito Comaschi – è un interesse prioritario. Non ci metteremo di mezzo sulle altre partite in corso. Ma sosteniamo fortemente questa opzione”. L’apertura del casello porterebbe soprattutto i mezzi pesanti a non scegliere l’uscita di Ovada per raggiungere le aree artigianali e industriali di Capriata, Predosa e della Caraffa. L’alleggerimento in termini di traffico sarebbe significativo per un’area della periferia che oggi scoppia.
Momento delicato
Via Gramsci tra il 2018 e il 2019 fu interessata da un intervento importante per il recupero del manufatto di sostegno a picco sullo stura. L’apertura di una piccola voragine sulla sede stradale rappresentò la spia di una sofferenza ben più diffusa sui piloni. Per intervenire servirono 600 mila euro finanziati con un contributo disposto dal Ministero dell’Interno ma poi confluito sui fondi Pnrr. Per molto tempo la circolazione fu limitata a una sola corsia con divieto di transito per i mezzi oltre le 44 tonnellate.
L’ulteriore problema è il rapido10sul percorso che dalla circonvallazione porta all’innesto con il ponte sullo Stura tra piazza Castello e via Novi. “Abbiamo già presentato in più occasioni le nostre rimostranze ad Aspi – ha chiarito il primo cittadino – Quest’aspetto è cruciale per una città che soffre diverse difficoltà sul tema degli ingressi e delle vie di fuga interessate da cavalcavia spesso troppo bassi per i mezzi pesanti di oggi”.