Residenti,
Una foto generica del centro storico cittadino
Edoardo Schettino  
23 Maggio 2025
ore
07:00 Logo Newsguard
Lo studio

Residenti, calo drastico: “Ma senza azioni il futuro sarà nero”

I dati del Consorzio Servizi Sociali

OVADA – Cala il numero dei residenti nei sedici comuni del perimetro amministrativo dell’Ovadese. Lo scorso 31 dicembre il numero totale si è attestato a quota 26.958 prima storica discesa sotto la soglia di 27 mila nell’epoca recente. Ma la prospettiva futura deve impaurire ancora di più e rappresentare uno spunto di riflessione. L’età media della popolazione residente fa intendere come nei prossimi anni la forbice tra numero di nascite e di decessi si allargherà ulteriormente. Per questo motivo il depauperamento demografico già in atto potrebbe accelerare in modo significativo.

Ad evidenziarlo è uno studio effettuato dal Consorzio Servizi Sociali dell’Ovadese e presentato qualche settimana fa nella serata organizzata da Fondazione Cigno per presentare il progetto di creazione della “Comunità di pratica”. I dati sono impietosi. «Li ho voluti evidenziare – chiarisce Gianni Zillante, direttore del Consorzio Servizi Sociali – perchè devono rappresentare necessariamente il punto di partenza per una riflessione più ampia. Senza un cambio di rotta l’Ovadese avrà 20 mila abitanti in soli 25 anni. Addirittura tra 50, secondo modelli di calcolo nemmeno troppo restrittivi il dato si attesterà a quota 13.680».

Prospettiva ponderata

Il numero dei residenti è calato progressivamente in ogni comune. Il centro zona, per le sue dimensioni maggiori, ha presentato numeri più alti. Ma in proporzione il fenomeno è più allarmante nei paesi. Un esempio: nel 2025 saranno 252 gli adolescenti che raggiungeranno la maggiore età. Trent’anni fa l’asticella si era fissata a 451. Un bambino che oggi a 5 anni raggiungerà la maggiore età insieme a 119 coetanei.

«Siamo consapevoli – aggiunge Zillante – che dietro a queste tendenze ci sono fenomeni molto più ampi e di per sé non governabili solo a livello territoriale. Abbiamo una qualità della vita importante, negli anni il territorio ha sviluppato una rete di servizi alla persona ed assistenza che devono rappresentare un vanto. Tutto questo però non può bastare».

In questo scenario il caso limite è quello di Montaldeo, il comune più piccolo: di fatto si può parlare di comune solo per ragioni amministrative. All’interno del territorio non c’è più un negozio, mancano punti di riferimento tradizionali anche nelle piccole comunità. Il passaggio da 237 a 208 abitanti di fatto è il fattore meno rilevante.

Proporzione allarmante

Altri dati sono eloquenti sui residenti. L’ultima rilevazione indica 1.982 abitanti a Molare, il secondo sul territorio a questa voce: cinque anni fa il dato si attestava a 2.107. Silvano d’Orba ha perso 46 abitanti, la vicina Castelletto addirittura 104. Il dato di Tagliolo si attesta a -45, Rocca Grimalda -88, Cremolino -20, Cassinelle perde solo 4 abitanti perchè negli ultimi anni fa fatto registrare anche variazioni positive (seppur minime).

«Il rischio concreto – conclude Zillante – è quello di trasformarsi nel più interno tra i territori già svantaggiati. Esistono già ora porzioni di territorio che risultano quasi abbadonate. E questo modello non è solo deleterio per chi ne è colpito. In assoluto è poco funzionale anche per le aree a più alta densità abitativa».

Valutazione politica

«Su questo dato abbiamo ragionato molto – commenta Gianfranco Comaschi, sindaco di Ovada – Siamo di fronte a un dato di fatto e a fenomeni come l’inurbamento che coinvolgono molti territori. Dobbiamo lavorare tutti assieme con una visione che sia ampia e rivolta a molti aspetti». Dobbiamo essere bravi a comunicare questi aspetti positivi. Oggi è possibile vivere in queste aree, pur lavorando a Milano oppure a Genova. La condizione necessaria è però quella di servizi rapidi. Su autostrade e ferrovie ci stiamo battendo molto».

«Da noi – commenta Roberto Gallo, sindaco di Cassinelle e rappresentante dei primi cittadini nel Consorzio – qualche famiglia si è trasferita ma siamo di fronte a un calo generalizzato. Il numero dei bambini iscritti alla primaria è eloquente. Scontiamo in primo luogo la carenza di servizio pubblico che impedisce alle famiglie giovani di pensare di vivere in queste aree, pur lavorando nei grandi centri. Ogni sindaco cerca col suo lavoro di minimizzare l’impatto di questo scenario. Ma siamo in difficoltà su tutti i fronti».