L’albero eroe, il fumetto sostiene lo storico Asilo Ferrando
Ente educativo con oltre 150 anni di attività
OVADA – Sulla copertina l’albero ha un viso sorridente e uno sguardo benevolo. E d’altronde il protagonista nato da un momento difficile attraversato dall’asilo Ferrando celebra un fedele compagno di tutte le attività della scuola dell’infanzia di via Nenni. E’ stato presentato questa mattina, sabato 10 maggio, “L’albero eroe”, volume a fumetti realizzato da Manuela Pelizza, madre di uno bimbi che frequenta la struttura. “Volevo – racconta l’autrice – addolcire la vicenda raccontandola come la favola della buona notte. Mio figlio e i miei compagni sono stati molto colpiti dalla scomparsa dell’albero. Le maestre mi hanno fatto notare che l’albero aveva salvato la scuola. Da qui lo spunto che ho sviluppato”.
L’asilo Ferrano rappresenta un punto fermo nel campo dell’educazione della città. La struttura di fatto nacque nel 1869. Nel 1935 una maxi donazione (per l’epoca) di 300 mila lire permise di proseguire le attività. A inviarla dall’Uruguay sono stati i coniugi Andrea e Angela Ferrando emigrati oltre ocenano e divenuti benestanti grazie al loro lavoro. Da qui l’intitolazione dell’asilo. Il trasloco all’attuale collocazione è del 1969. Alla cerimonia hanno partecipato il presidente Renato Nespolo, i rappresentanti de “La tavola rotonda”, il personale e le famiglie. “Siamo particolarmente lieti – ha spiegato Nespolo – di questa iniziativa per il segnale di attenzione che è stato dato verso l’attività della scuola”.
Parabola prolungata
Il punto di partenza della storia di questo albero è fissato dallo scorso ottobre. Un fulmine colpì l’imponente cedro del Libano ospitato nel giardino dell’asilo. L’albero danneggiò alcune auto ma soprattutto il tetto della struttura. La pianta che aveva accompagnato tutta l’esistenza dell’ente nella collocazione di via Nenni è stata abbattuta. L’obiettivo della promotrice dell’iniziativa è stato da subito quello di piantarne un’altra. «Il ricavato dalla distribuzione del volume servirà per finanziare questo intervento». Dell’intento si è fatta carico ache l’associazione “La tavola rotonda” che ha fornito il suo supporto. «I bambini – spiega l’autrice – erano molto affezionati alla pianta. Ho percepito il loro dispiacere. La storia che ho creato è nata anche nel tentativo di alleggerirlo un po’».