Sanità, Ravetti a Riboldi: “Confrontiamoci in pubblico sul nuovo Piano socio-sanitario”
Lettera aperta del vicepresidente del Consiglio regionale (Pd): “Serve una discussione trasparente, non un dibattito chiuso tra partiti. Pronto a un confronto aperto nella sede e con i giornalisti che vorrai”
TORINO – Un appello chiaro e diretto, sotto forma di lettera aperta. Il vicepresidente del Consigliere regionale Domenico Ravetti (Pd) risponde all’idea lanciata nei giorni scorsi dall’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi (FdI). Che aveva parlato della necessità di una “costituente” per riscrivere in maniera condivisa il nuovo Piano socio-sanitario della Regione Piemonte.
Secondo Ravetti, il tema”merita una discussione pubblica, trasparente e coinvolgente. Non un confronto chiuso tra partiti o nelle commissioni, ma un vero dibattito accessibile ai cittadini, ai professionisti della sanità, ai dipendenti del sistema sanitario, alle parti sociali”.
“Non un ritocco estetico, ma una riforma strutturale”
“Federico – scrive Ravetti – ci stai dicendo che non è il tempo del maquillage, ma di un intervento strutturale. Io ti prendo sul serio, almeno per la provincia di Alessandria. Però serve una premessa chiara: un confronto aperto e sincero”.
Il consigliere dem propone un dibattito pubblico con Riboldi, con giornalisti presenti, in una sede da concordare e “in tempi rapidi”. L’obiettivo è affrontare con concretezza le vere sfide del sistema sanitario piemontese, senza ipocrisie o annunci generici.
Nella sua lettera, Ravetti elenca una serie di temi centrali che secondo lui dovrebbero essere oggetto del confronto:
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Bilanci e sostenibilità economica delle due Asl del territorio.
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Personale sanitario e accessi alle strutture.
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Stato e prospettive dei presidi ospedalieri.
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Ospedali e case di comunità.
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Nuovo ospedale di Alessandria.
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Processi di privatizzazione in corso.
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Condizione delle Rsa e assistenza domiciliare.
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Servizi nelle aree interne e periferiche.
“Serve chiarezza e coinvolgimento: nessuna sfida, solo servizio alla comunità”
“Sia chiaro – conclude Ravetti – non è una sfida personale, ma la richiesta di prestare un servizio utile alla comunità. Un confronto franco e aperto può fare chiarezza e contribuire a un dibattito più consapevole, per costruire una sanità regionale che risponda davvero ai bisogni del territorio”.