Qualità della vita, Cigno prova a lanciare la “Comunità di pratica”
Azioni integrate per prevenzione e inclusione sociale
OVADA – La qualità della vita non è solo un concetto astratto ma rappresenta un valore sociale ed economico. Si è parlato di questo qualche sera fa nell’ambito della “Scuola del cittadino responsabile” promossa da Fondazione Cigno. L’iniziativa pubblica proposta all’interno del salone “Padre Giancarlo” di via Cairoli ha svelato l’ambizione della città di accreditarsi nelle vesti di “Comunità di pratica”, gruppo di lavoro ampliato che pone la sua attenzione in un ambito specifico. In questo caso il concetto di salute, non visto tanto come assenza di malattia, ma come combinato disposto di prevenzione, corretti stili di vita e creazione di un contesto sociale che favorisce integrazione, tolleranza e attenzione alle fasce più a rischio marginalizzazione della popolazione cittadina.
Sullo sfondo l’esperienza di “Covi a casa”, il programma di cure domiciliari varato da Fondazione Cigno nel periodo più drammatico dell’emergenza legata al Covid-19 che ha spinto a una riflessione sull’importanza di una rete sociale forte e di una visione alternativa della cura della salute pubblica.
Percorso integrato
“La qualità della vita come valore etico ed economico: primi passi di una comunità di pratica con focus la qualità della vita” il titolo della serata che ha fornito lo spunto per la discussione. Chiamati a dare la loro visione “attori” dello scenario politico e amministrativo, rappresentanti del tessuto economico e delle aziende, esponenti del terzo settore. Il tema è quello di una stretta correlazione tra una rete sociale forte e servizi sanitari efficienti che collaborino alla reintroduzione di soggetti che in conseguenza di una patologia hanno perso il lavoro e, terminata la fase dedicata alle terapie necessarie, devono essere reintegrati.
Tra gli interventi quelli dell’assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, dei rappresentanti della direzione di Asl Al e del comune di Ovada, di Roberto Lusardi, ricercatore dell’Università di Bergamo che al tema ha dedicato grande attenzione negli ultimi anni, della presidente di Confindustria Alessandria Laura Coppo, di Gianni Zillante, direttore del Consorzio Servizi Sociali dell’Ovadese. L’esempio è il progetto, lanciato oltre dieci anni fa dalla stessa Fondazione Cigno, basato sulla creazione di una rete di aziende che possano facilitare questo processo che riduce in modo significativo l’impatto della malattia una volta usciti dalla sua fase più acuta.