Liberazione, Alloisio canta sul palco le “diverse gioventù”
Manifestazione in programma per le celebrazioni del 25 aprile: appuntamento giovedì 24 alle 21 al 'Dino Crocco'
OVADA – Le testimonianze in video di Pasquale “Ivan” Cinefra, Ivana Comaschi Alloisio, Mario “Aria” Ghiglione, Fidia “Donata” Lucarini, Giuseppe Merlo, Gilberto Salmoni saranno tra i momenti più significativi di “La Gioventù”, lo spettacolo proposto da Gian Piero Alloisio, cuore pulsante del Festival Pop della Resistenza, per l’80° anniversario della Liberazione. L’appuntamento ovadese è previsto per domani, giovedì 24 aprile, dalle 21 sul palco del teatro “Dino Crocco”. Lo spettacolo offre un affascinante confronto tra le “gioventù” del Risorgimento e della Resistenza, evidenziando il filo rosso che unisce questi due momenti fondativi della Repubblica: il movimento cooperativo e le organizzazioni dei lavoratori.
Come vuole il Teatro-Canzone, i monologhi si alternano ai brani musicali, scritti dallo stesso Alloisio con Maurizio Maggiani e Ivano Fossati e da Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Sul palco – con Gian Piero Alloisio – Gianni Martini, Claudio De Mattei e Dado Sezzi, i musicisti che per diciotto anni hanno accompagnato Giorgio Gaber. Sul palco anche il giovane rapper Lyuca (Luca Arossa), l’aspirante scrittore Edoardo Campazzo. Lo spettacolo sarà replicato venerdì 25 aprile, dalle 16.30, presso il teatro Rina e Govi di Bolzaneto.
L’iniziativa fa parte del programma di celebrazioni messo a punto per l’80° anniversario della Liberazione messo a punto dall’assessorato alla Cultura del Comune di Ovada in collaborazione con la sezione cittadina di Anpi.
Periodi storici diversi
Non solo Liberazione. Lo spettacolo di Alloisio rivolge un occhio al passato ma anche al presente che stiamo attraversando. I due secoli di storia sono anche evocati da altre due canzoni: “Il canto degli Italiani”, dei giovanissimi genovesi Goffredo Mameli (morto nella difesa della Repubblica Romana del 1849) e Michele Novaro, e “Dalle belle città”, del partigiano Emilio “Cini” Casalini (morto nel 1944 alla Benedicta) e del giovanissimo partigiano Angelo “Lanfranco” Rossi (che dopo la guerra collaborò con Umberto Bindi e Giorgio Calabrese alla “Scuola genovese della canzone d’autore”).
I monologhi ispirati alle parole di Mazzini e Garibaldi, il racconto della nascita delle prime cooperative, del fiorire e del tramontare della “civiltà dell’acciaio”, sono continuamente rapportati al nostro drammatico presente, quasi a cercare un rinnovamento delle soluzioni collettive dell’800 e del ‘900.