Fondazione Cigno, in un convegno si parla di sanità e futuro
Mercoledì 23 aprile in via Cairoli
OVADA – Chiamateli stati generali regionali della sanità. Di certo mercoledì prossimo a Ovada si incontreranno i vertici politici e tecnici in un confronto su prospettive e modalità di organizzazione del sistema di cura nella nostra provincia. Sullo sfondo l’attuale condizione dell’Ospedale Civile sospeso tra il suo presente e un futuro ancora da scrivere. A fornire l’occasione è Fondazione Cigno che il convegno dal titolo “La qualità della vita come valore etico ed economico: primi passi di una comunità di pratica con focus la qualità della vita”. L’appuntamento è per mercoledì 23 aprile, dalle 19.30, presso il salone “Padre Giancarlo” di via Cairoli.
La comunità di pratica rappresenta il progetto sul quale Fondazione Cigno si impegna da anni. Istituzioni, associazioni e singole persone impegnate per sviluppare un concetto nel quale il termine salute non significa genericamente assenza di malattia ma qualcosa di più ampio che va dal benessere all’inclusione sociale, passando anche per la possibilità di prevenire e intervenire quando la situazione lo richiede.
Relatori importanti
La Sanità ha subito l’ennesimo scossone in Provincia con la nomina della nuova dirigenza di Asl Al di qualche mese fa. I vertici dell’azienda sono già stati a Ovada qualche settimana fa per un’altra iniziativa di Fondazione Cigno. Tra gli interventi della serata è prevista la presenza dell’assessore regionale Federico Riboldi, dei vertici Asl, dei rappresentanti del Comune di Ovada, di Confindustria con la presidente provinciale Laura Coppo, dell’Ordine dei Medici di dell’agenzia turistica Alexala.
Tutti proveranno a dare la loro visione del concetto di salute e a enunciare cosa le rispettive parti possono fare per svilupparla sul territorio. Da tempo si parla del ruolo dell’ospedale di Ovada, il più piccolo della Provincia. La visita di Luigi Vercellino, oramai ex guida di Asl Al, la scorsa estate aveva lanciato uno squarcio di luce sulla possibilità che le ambulanze del 118 tornino a scaricare in via Ruffini almeno i casi a più basso indice di complessità. Dell’argomento si è dibattuto anche di recente.