Vincenzo Ravera, ricordo del suo impegno e attività di sindaco
OVADA – E’ stato il primo sindaco di Ovada Vincenzo Ravera, fabbro ferraio e tra i principali protagonisti della Liberazione dal nazifascismo sul nostro territorio. Ravera sarà celebrato sabato 12 aprile in una giornata ideata dall’assessorato alla Cultura del Comune di Ovada in collaborazione con la sezione ovadese di Anpi. Due i momenti importanti: alle 10, sulla scalinata di via Roma, sarà scoperta la targa che lo ricorderà nel luogo più vicino a dov’era collocata la sua bottega artigiana. Dalle 10.30, presso la Loggia di San Sebastiano, il convegno organizzato per delineare la sua figura di partigiano, uomo politico e ambientalista. Al termine l’inaugurazione della mostra “I volti della Resistenza”, allestita dalla sezione Anpi di Ovada.
L’evento è inserito nel programma delle celebrazioni messo a punto per l’80° anniversario della Liberazione. Ravera ha combattuto in prima persona, pagando in molte occasioni il prezzo del suo impegno. In un Italia nuovamente democratica attraversò gli anni difficili fatti di processi e sospensioni prefettizie.
Momento comune
Ricordare Vincenzo Ravera significa ribadire da dove veniamo, riaffermare il tratto comune di un patrimonio storico e politico. Nel corso del convegno interverranno Grazia Poggio (in rappresentanza della famiglia), Giancarlo Subbrero, presidente dell’Accademia Urbense, Daniele Borioli, presidente dell’Associazione Memoria della Benedicta, l’onorevole Federico Fornaro. Le conclusioni saranno affidate a Sabrina Caneva, assessore alla Cultura del comune di Ovada.
La mostra è stata allestita attingendo al patrimonio di immagini d’epoca disponibili custodito all’interno della sede Anpi di piazza Cereseto. Vincenzo Ravera finì in carcere nel 1937 per la sua attività clandestina. Nell’anno successivo il Tribunale speciale fascista lo condannò a quattro anni di prigione. L’amnistia lo face uscire l’anno successivo. Ravera fu l’addetto militare del Comitato di Liberazione Nazionale di Ovada. Un breve arresto nel 1945 non lo distolse dal suo impegno. Alla liberazione la nomina a sindaco della città, posizione occupata fino al 1956.