Traffico in via Gramsci “Senza il casello a Predosa chiederemo cifre compensative”
La posizione del comune di Ovada
OVADA – Via Gramsci scoppia. E all’orizzonte non si vede una soluzione percorribile. La scelta effettuata tanti anni fa di collocare il casello dell’A26 all’altezza di Belforte (e non in via Novi) si rivelata nel tempo un boomerang. Oggi una via centrale della città soffoca per un traffico che si è fatto insostenibile. Non solo auto ma soprattutto mezzi pesanti e “pesi massimi” in uscita dall’autostrada per raggiungere le aree artigianali della Caraffa tra Silvano d’Orba e Predosa. In passato a segnalare il problema sono stati i residenti che convivono con rumori e vibrazioni difficilmente sopportabili.
C’è che ha subito anche danneggiamenti alla sua abitazione. L’argomento si collega indirettamente, ma nemmeno troppo, all’apertura del casello di Predosa. Un’iniziativa di questo tipo aprirebbe uno spiraglio e devierebbe molti dei mezzi pesanti che oggi per risparmiare sui pedaggi raggiungono le aree tra l’Ovadese e il Novese uscendo a Belforte. L’argomento è stato sfiorato qualche sera fa nell’ambito dell’incontro pubblico nel quale si è parlato della situazione del Borgo e della prospettiva del rione in vista della chiusura del ponte sull’Orba per la ristrutturazione prevista nei prossimi mesi. “Il nostro comune – ha chiarito il sindaco, Gianfranco Comaschi – segue con attenzione la vicenda del casello di Predosa. Siamo anche disponibili a sostenere l’operazione dal punto di vista economico. La città ha bisogno di alleggerire il traffico al suo interno”.
Linea di continuità
Via Gramsci ha pagato un prezzo pesante al traffico tra il 2019 e gli anni successivi. Il recupero del muraglione andato in scena in quel periodo si è reso necessario proprio per i danni generati dal continuo transito di mezzi molto pesanti. Ecco perchè già la scorsa amministrazione si era detta pronta a un sostegno economico. L’ipotesi alternativa di un casello aggiuntivo del territorio di Silvano d’Orba, sostenuta anche dal sindaco del Paese Giuseppe Coco, si è rivelata imperseguibile e poco consistente.
La richiesta da parte del territorio di una nuova uscita sull’A26 nel territorio di Predosa è stata formalizzata nel novembre 2023. Da quel giorno tant’acqua è passata sotto i ponti, il risultato ottenuto minimo. Comaschi ha incontrato i vertici di Aspi nell’ottobre dello scorso anno cercando di trasmettere l’importanza di andare avanti su questa partita. “L’area – ha spiegato – dovrebbe essere quella accanto agli spazi industriali alla periferia del paese. Se uno sblocco potrà esserci arriverà in corrispondenza delle prossime elezioni politiche. Ma negli ultimi tempi abbiamo registrato da più parti una nuova spinta alla realizzazione della Carcare – Predosa. E i due indirizzi potrebbero non essere compatibili tra di loro”.
Problema quotidiano
Via Gramsci è oggi di fatto una sorta di tangenziale al servizio della città per chi proviene da via Voltri. Le conseguenze più evidenti sono sul fondo stradale. La riapertura a due corsie del 2020 ha riaccelerato i fenomeni di degrado rapido. Soluzioni alternative, percorribili in tempi rapidi, non ce ne sono. In passato era stata evocata la realizzazione di una “variante” che da Belforte tagliasse fuori la periferia della città per innestarsi tra via Novi e strada Masio. Un progetto preliminare era stato presentato nella fase in cui i comuni dovevano trasmettere le loro proposte alla Regione in vista dell’assegnazione dei fondi Pnrr. L’ipotesi non fu nemmeno presa in considerazione e, a dispetto delle speculazioni di diversi anni fa, può essere considerata accantonata.
Ma il comune vuole mantenere una posizione forte. “In caso di mancata realizzazione del casello – ha chiarito il primo cittadino – siamo pronti a richiedere cifre compensative per l’utilizzo improprio che si sta facendo di via Gramsci”.