Gorzente e Piota, il comitato vuole incontrare la Provincia
Per conoscere le modalità di ripulitura
CASALEGGIO BOIRO – Alza il tiro della sua azione il comitato nato per tutelare le aree di Gorzente e Piota invase la scorsa primavera dal fango in arrivo dall’invaso principale della Lavagnina. Dopo l’incontro di venerdì scorso al centro polifunzionale di Lerma, l’associazione chiede di poter dialogare direttamente con la Provincia di Alessandria. “ Il tempo è tiranno – spiega la nota ufficiale diffusa – nelle prossime settimane si deciderà il futuro dei nostri torrenti, e come Comitato ci prendiamo l’impegno di fare pressione sulle istituzioni, Provincia in particolare, affinché si dia seguito alla promessa di Iren, con la sottoscrizione di un vero protocollo di intesa sulle modalità con cui proseguiranno i lavori e su come avverrà il ripristino delle condizioni precedenti dei due torrenti. Per questo oggi stesso trasmetteremo via Pec alla Provincia, vista la sua assenza alla riunione, la richiesta di un incontro per comprendere che modalità e tipologie di intervento intende attuare”.
Situazione paradossale
Iren si è detta disponibile a occuparsi della ripulitura delle aree di Gorzente e Piota una volta ultimato le operazioni in corso sull’invaso. Il materiale è parte di ciò che si è depositato all’interno dell’invaso negli anni. Ad oggi aree di grande bellezza e pregio appaiono compromesse. “Scopo principale del nostro Comitato – spiegano i vertici dell’associazione – era quello di fare in modo che la devastazione che i nostri torrenti hanno subito a causa dei lavori sulla diga della Lavagnina fatti da Iren uscisse dall’indifferenza delle istituzioni coinvolte, fossero chiarite sia le responsabilità che le azioni da mettere in campo per porvi rimedio, e soprattutto impedire che si proseguisse in quella direzione”.
E ancora: “Con i tubi di scarico di fondo che rimarranno aperti ancora per lungo tempo, nei prossimi mesi, dalla diga continuerà a defluire fango nei torrenti a valle, con buona pace di chi sostiene che le piene di questi mesi porteranno via tutti i detriti, cosa possibile per quelli più fini, molto meno per quelli più grossolani, e in generale poco probabile data la profondità dei laghetti a valle della diga, riempiti dal fango”.