Peste suina, zero casi. Zone di restrizione, confini modificati
ALESSANDRIA - Il numero di casi positivi di Peste Suina Africana (Psa) rimane stabile a 1.028 in Liguria e 663…
La Regione Piemonte si sta muovendo per richiedere una deroga alle restrizioni sulla caccia al cinghiale nelle zone classificate a basso rischio. Lo ha annunciato l’assessore all’Agricoltura Paolo Bongioanni durante la seduta congiunta delle Commissioni terza e quarta, presiedute rispettivamente da Claudio Sacchetto e Luigi Icardi.
Riguardo all’ultima ordinanza del commissario nazionale per la lotta alla peste suina africana (Psa), Giovanni Filippini, che ha vietato la caccia nelle zone di restrizione 1, Bongioanni ha spiegato l’intenzione di richiedere una deroga. “La prima forma di lotta contro la peste suina è il contenimento dei cinghiali. Per poterlo fare, ho bisogno dei dati che attestino che siamo in una zona a basso rischio”, ha affermato l’assessore.
Anche l’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha partecipato all’incontro per fare il punto sull’evoluzione della malattia nel territorio. Riboldi ha sottolineato gli sforzi messi in atto per fronteggiare la Psa: “Dal 2022 sono stati effettuati 14.500 controlli, con lo smaltimento delle carcasse e il controllo di 3.000 chilometri per la gestione dei focolai”.
Bongioanni ha definito la situazione “non semplice”, trattandosi di una malattia virale “estremamente invasiva e difficile da contenere”. A luglio, l’assessore ha fatto approvare i decreti attuativi del Piano regionale di interventi urgenti (Priu), già approvato a maggio. Il piano identifica i tre distretti suinicoli di Cuneo, Chieri e Novara e permette agli agricoltori di difendersi dai cinghiali anche fino a 500 metri oltre la propria proprietà, prevedendo inoltre una fascia franca di 15 chilometri.
Per il 2024, sono stati stanziati 461 mila euro per interventi di contenimento e sono state assunte 30 nuove guardie. Tra le proposte avanzate da Bongioanni al commissario Filippini, figura anche l’utilizzo di parte dei fondi per la biosicurezza, pari a 12,5 milioni di euro, per creare una zona cuscinetto di protezione dei suini.
Durante la sessione, è intervenuto anche Giorgio Sapino, commissario ad acta per le province di Alessandria, Cuneo, Asti e Alba. Ha espresso preoccupazione per le possibili conseguenze economiche della diffusione della peste suina africana, stimando un danno mensile di circa 30 milioni di euro per il settore a causa del mancato ritiro delle carni fresche.
Sapino ha inoltre ricordato le misure adottate per il contenimento della malattia, tra cui la formazione di circa 10.000 cacciatori e il raggiungimento del 90% degli obiettivi di abbattimento dei cinghiali prefissati. Particolare attenzione è stata posta sull’area nord del Piemonte, al confine con la Lombardia, dove i frequenti spostamenti interregionali aumentano il rischio di diffusione del virus.
Nel corso dei lavori è emersa la necessità di valutare attentamente le conseguenze della sospensione dell’attività venatoria e l’implementazione di barriere per impedire gli spostamenti dei cinghiali. Sono stati discussi anche gli scenari futuri relativi alla liberalizzazione delle aree in relazione all’evoluzione dell’infezione, oltre all’entità dei rimborsi previsti per gli abbattimenti.
Domenico Ravetti (Pd), Fabio Carosso, Marco Protopapa (Lega) e altri rappresentanti politici sono intervenuti nel dibattito per esprimere le proprie posizioni e approfondire alcuni aspetti delle misure proposte.
Peste suina, zero casi. Zone di restrizione, confini modificati
ALESSANDRIA - Il numero di casi positivi di Peste Suina Africana (Psa) rimane stabile a 1.028 in Liguria e 663…