Laghi della Lavagnina: Fornaro presenta un’interrogazione scritta
Al Ministro dell'Ambiente
CASALEGGIO – “Lo sversamento di enormi quantità di terra rilasciate dalla valvola di sfogo della diga di Lavagnina, oggetto di lavori da parte di Iren, nel Gorzente e nel Piota rappresentano uno scempio ambientale che si poteva e doveva evitare”. Anche l’onorevole Federico Fornaro si è inserito nella polemica che da mesi perdura a proposito della situazione all’interno del territorio della Lavagnina. La situazione è quella descritta in più occasioni. Uno sversamento di fanghi in arrivo dalla diga oggetto dei lavori di manutenzione programma da Iren ha di fatto stravolto un ambiente di grande pregio naturalistico che ad oggi risulta deturpato con grave danno per fauna e flora presenti in loco.
Lo strumento adottato dall’esponente del Partito Democratico è un’interrogazione a risposta scritta presentata nella giornata di ieri. “Ho presentato – chiarisce Fornaro – una interrogazione urgente al Ministro dell’Ambiente affinché sia fatta al più presto chiarezza e si intervenga al più presto. Non può, infatti, essere ulteriormente rinviato il ripristino dei luoghi da parte di Iren perché non si può pensare che questo possa avvenire con eventi alluvionali che nessuno deve augurarsi”.
Area interdetta
La Lavagnina è territorio molto apprezzato dagli appassionati di trekking e attività all’aria aperta di tutta la Provincia. L’estate che sta per concludersi è senza dubbio senza precedenti. “Il rilascio di materiale – scrive Fornaro – ha modificato gli argini del Gorzente cancellando i laghetti che erano presenti e provocando la moria dei pesci che vi vivevano; a mesi di distanza la situazione è rimasta la stessa e anche le acque del Piota, a seguito delle più recenti piogge, sono piene di fango e detriti; la diga rientra nel territorio dell’ente Aree protette dell’Appennino piemontese e per i lavori sulla diga di Lavagnina lo stesso ente aveva comunicato per tempo a IREN numerose prescrizioni in difesa dell’ambiente e della fauna ittica, tra le quali la costruzione di una paratia per il contenimento del fango sedimentato sul fondo, opera mai realizzata”.
Le testimonianze dello scempio sono molteplici. Un comitato di cittadini sta decidendo come muoversi per tutelare l’area. Nel frattempo i vertici della Aree Protette hanno chiesto alla direzione una relazione per descrivere le azioni di tutela e controllo messe in atto in questi periodo. Il consiglio dell’Ente, inoltre, ha anticipato che chiederà dei controlli sui fanghi sversati a dei professori universitari per verificare il loro eventuale stato di inquinamento.
“La situazione – conclude Fornaro -. sta destando grande preoccupazione tra la popolazione ed è prevista a breve una manifestazione presso l’invaso, da parte del comitato in difesa del Gorzente e del Piota, per chiedere la sospensione dei lavori e la verifica di quanto fatto da IREN e dall’ente Aree protette; se e come intenda intervenire per verificare i lavori sulla diga, se siano state rispettate le indicazioni date a IREN e per tutelare le aree dei torrenti Gorzene e Piota sia sul piano ambientale che su quello faunistico venendo incontro alle preoccupazioni della popolazione del territorio e della amministrazioni comunali”.