Carcere San Michele, la visita di Ilaria Salis accende la polemica
Dopo il controllo a sorpresa dell'eurodeputato alla casa circondariale, si è innescata la polemica. Il Sappe: "Perché non ha parlato delle condizioni della Polizia Penitenziaria?". Mercurio dell'Ics Aps: "Così non ci sono prospettive"
ALESSANDRIA – L’eurodeputato Ilaria Salis, dopo la visita a sorpresa di oggi al carcere di San Michele di Alessandria, ha condiviso una lunga dichiarazione sui social, evidenziando le gravi problematiche riscontrate all’interno dell’istituto.
La sua testimonianza, insieme a quelle di Giuliana Spera, sorella del pompiere detenuto Luigi Spera, hanno innescato il dibattito puntando i riflettori sulle condizioni di vita dei detenuti.
Ilaria Salis all’attacco
Nel suo video, Ilaria Salis ha descritto una situazione allarmante, con un sovraffollamento significativo: 367 detenuti a fronte di una capienza di 287 persone. Tra i problemi più gravi, ha citato l’autolesionismo diffuso e le difficoltà di accesso alle cure mediche, dovute alla cronica carenza di personale sanitario. Ha inoltre evidenziato la presenza di soli sette educatori che si dividono tra i due istituti di Alessandria, insufficienti a garantire un adeguato supporto educativo ai detenuti.
Salis ha riservato particolare attenzione alla sezione di isolamento e alla sezione AS2 (alta sicurezza), descrivendo quest’ultima come un luogo in cui i detenuti, tra cui Luigi Spera, sono praticamente abbandonati a se stessi. Ha definito la situazione di Spera “sproporzionata rispetto ai fatti contestati” e ha evidenziato come l’accusa di terrorismo sia “pretestuosa e motivata politicamente”.
Giuliana Spera e l’appello per Luigi
A seguire, Giuliana Spera ha raccontato la difficile situazione del fratello Luigi, detenuto da cinque mesi nel carcere di massima sicurezza di Alessandria, a più di mille chilometri dalla sua famiglia.
Giuliana ha sottolineato come la detenzione preventiva di Luigi sia basata su accuse deboli, mirate a colpire il suo impegno nelle lotte sociali e contro il colonialismo. Ha fatto appello per la liberazione immediata di Luigi, denunciando la repressione nei confronti di chiunque si opponga alla guerra.
Mercurio (Ics Aps): “Ambiente molto complesso”
Giovanni Mercurio, vicepresidente dell’Ics Associazione Promozione Sociale, ha espresso preoccupazione per la visita di Ilaria Salis al carcere di San Michele, auspicando che l’iniziativa non sia solo un atto simbolico destinato a ottenere visibilità mediatica, ma che porti a un impegno concreto per migliorare le condizioni carcerarie. Mercurio ha descritto la situazione critica delle strutture penitenziarie di Alessandria, sottolineando come queste condividano le stesse difficoltà di organico, sovraffollamento e mancanza di attività che affliggono molte altre carceri italiane.
Nonostante la gestione relativamente efficace degli incidenti all’interno del carcere da parte del personale penitenziario e degli educatori, Mercurio ha evidenziato come il sistema rimanga in deficit strutturale. Ha inoltre espresso preoccupazione per il numero crescente di suicidi tra i detenuti, un problema aggravato dalle difficili condizioni di detenzione, dalla mancanza di prospettive future e dal clima oppressivo che si respira all’interno della struttura. “Parliamo di vite umane compresse, chiuse, che vedono un futuro buio,” ha dichiarato Mercurio, rimarcando la necessità di un supporto continuo e adeguato per prevenire tragici episodi.
Ha infine esortato le istituzioni a prendere seriamente in considerazione le promesse di riforma del sistema carcerario, affinché si possano concretizzare in miglioramenti tangibili per i detenuti e il personale che opera in questi contesti estremamente difficili.
Napolitano (Sappe): “E la Penitenziaria?”
Infine, Demis Napolitano, vice segretario regionale del Sappe, ha risposto con sottile ironia alle osservazioni di Ilaria Salis facendo notare che non ha mai citato il lavoro e le difficoltà che gli operatori della Polizia Penitenziaria si trovano ad affrontare quotidianamente.
Ha ricordato, inoltre, che la sporcizia nelle sezioni è responsabilità dei detenuti stessi, incaricati della pulizia tramite lo “scopino di sezione“.
Napolitano ha difeso il lavoro del personale sanitario, spiegando che le terapie vengono somministrate regolarmente, e ha sottolineato che molti dei detenuti con pene inferiori a tre anni sono situati in un altro istituto e non ancora definitivi, rendendo difficili le misure alternative. “Parlare di carcere è importante, ma prima bisogna informarsi,” ha concluso Napolitano, invitando a un’analisi più approfondita prima di trarre conclusioni.