Confagricoltura Piemonte: “Urgenti misure contro la peste suina”
L’epidemia mette a rischio la sopravvivenza del settore suinicolo. L'associazione sollecita interventi concreti e indennizzi per gli allevatori
TORINO – L’epidemia di peste suina africana (Psa) continua a diffondersi nei territori piemontesi, mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole e del settore zootecnico locale. Con oltre 8,1 milioni di capi suini in Italia, il comparto vale 4,3 miliardi di euro nella produzione agricola e 9,1 miliardi di euro considerando la trasformazione.
Con un export che rappresenta il 3,6% dell’agroalimentare nazionale (dati Ismea). Tuttavia, la Psa sta causando limitazioni all’export e elevati costi di produzione, compromettendo il mercato interno e internazionale.
Confagricoltura Piemonte, attraverso il presidente Enrico Allasia, ha lanciato un appello alle istituzioni. Affinché adottino iniziative urgenti per attenuare la crisi economico-finanziaria che sta colpendo gli allevatori. “Oggi la densità dei cinghiali, principali vettori della malattia, è almeno cinque volte superiore rispetto alla sopportabilità dell’ecosistema” ha sottolineato Allasia. Chiedendo interventi decisi per il depopolamento e misure di prevenzione coordinate tra tutte le istituzioni coinvolte.
Peste suina: e gli allevatori?
Gli allevatori, che hanno già adottato misure rigorose previste dal Decreto Biosicurezza, necessitano di ulteriore supporto per affrontare le conseguenze economiche della Psa.
Confagricoltura Piemonte sollecita “il riconoscimento di indennizzi per i danni subiti, la sospensione delle moratorie su mutui e finanziamenti e l’erogazione più rapida dei ristori”. Inoltre, la Federazione ritiene cruciale destinare maggiori risorse alla ricerca scientifica per lo sviluppo di un vaccino efficace contro la Psa. Così da “contenere l’emergenza e prevenire future epidemie”.