Lavagnina, prima l’esito delle analisi poi le decisioni
Sui fanghi nel Piota e nel Gorzente
CASALEGGIO / LERMA – Non assomiglia all’abituale scenario estivo l’immagine dei laghi della Lavagnina in questa estate 2024. E non si spegne la polemica generata dallo sversamento dei fanghi sul greto dei due torrenti generato dallo svuotamento dell’invaso effettuato da Iren per portare avanti i lavori di manutenzione programmati da tempo. In realtà una coltre di fango ha portato il comune di Casaleggio a firmare un’apposita ordinanza per vietare la frequentazione di aree di norma adibite alla balneazione. “Ci sono indagini in corso, aspettiamo un risultato dai tecnici per capire quale è stato l’incidente di percorso” ha commentato di recente Danilo Repetto, presidente dell’Ente Aree Protette dell’Appennino Piemontese.
Iren da parte sua che lo svuotamento dell’invaso per la messa in sicurezza idraulica, ha seguito modi e tempi concordati con gli enti territoriali, incluso il recupero della fauna ittica nelle fasi di prosciugamento. Ma c’è chi ancora vuole vederci chiaro. A precisare lo scenario è stato qualche giorno fa il comune di Lerma.
Periodo difficile
La Lavagnina è un paradiso collocato all’interno del parco delle Capanne di Marcarolo. «Si comunica – chiarisce il comune di Lerma, guidato da Bruno Aloisio – che Comuni Riuniti (società incaricata della gestione dell’acquedotto comunale ndr) ha effettuato analisi sulle acque in due momenti diversi. L’acqua del pozzo evidenzia valori entro i limiti imposti dalla legge. I fanghi contengono nichel e ferro leggermente superiori alla media».
I dati sono d’altronde consultabili sul sito della Comuni Riuniti stessa. Ciò non toglie che gli enti coinvolti stiano cercando di capire quale sia il modo migliore di muoversi. «L’amministrazione di Lerma sta attendendo gli esiti delle analisi effettuate dai tecnici universitari per valutare eventuali azioni da portare avanti di concerto con i comuni limitrofi, il parco e Comuni Riuniti».