Ospedale, i vertici Asl in visita presso la struttura
Lunedì in tarda mattinata
OVADA – Sarà in visita presso l’Ospedale Civile di via Ruffini lunedì mattina, dopo le 11.00, il direttore generale di Asl Al, Luigi Vercellino. In primo piano visiterà i reparti della struttura inaugurata nel 1990 accompagnato dal sindaco di Ovada, Gianfranco Comaschi. L’iniziativa, di cui si vociferava da giorni, riaccende un riflettore sulla grande questione di cui da anni si dibatte: la prospettiva del Pronto Soccorso e in particolare la declinazione di una struttura oggetto da tempo di un tira e molla tra politica e mondo della sanità.
C’è da capire quale sarà l’orizzonte dopo che la stessa Asl ha annunciato il via ai lavori per la riorganizzazione dell’area dell’emergenza. Una novità che sembra preludere alla riconsiderazione della ben nota questione dell’indicazione dei mezzi di soccorso del 118 che in via Ruffini non scaricano nemmeno i codici verdi.
Nuovo scenario
L’ospedale di Ovada fa discutere da anni. Nel 2012 il declassamento dell’area dell’emergenza con l’allontanamento degli anestesisti reperibili in servizio all’epoca. Dopo la chiusura imposta nel 2020 dall’emergenza legata al Covid-19, la riapertura si è concretizzata sotto il diretto impegno del reparto di medicina interna alla struttura. L’investimento da 4.5 milioni di euro annunciato da Asl Al sembrerebbe preludere a uno scenario nuovo e più favorevole, secondo le istanze da tempo avanzate dalla cittadinanza.
Del tema si è parlato su più tavoli anche di recente. A pronunciare parole in questo senso anche Alberto Cirio, presidente della Regione confermato per un secondo mandato in visita a Ovada per inaugurare il Camper della Salute creato da Fondazione Cigno.
Lo stesso Comaschi che nel corso della campagna elettorale aveva annunciato l’intenzione di creare una commissione per discutere dei servizi sanitari sul territorio ha fatto capire di essere intenzionato a lavorare per ricollocare la struttura di via Ruffini all’interno di quei percorsi di crescita dai quali è stata esclusa dalle politiche sanitarie sviluppate di recente.
A sostenere il peso maggiore di questa situazione sono le ambulanze gestite dalle pubbliche assistenze, sempre alle prese con la coperta corta di una disponibilità di volontari esigua e non sufficiente.