Diga di Molare, la stampa estera dedicò più spazio di quella italiana
Oggi l'89° anniversario della tragedia
MOLARE – La tragedia della diga di Molare raggiunge oggi il suo 89° anniversario. «Desolazione in un’area dell’Italia alluvionata». «Migliaia di persone in cerca dei loro amici dispersi». La copia ingiallita dell’Evening Telegraph, giornale scozzese nelle edicole il 14 agosto 1935 apre uno squarcio sul dramma che l’Ovadese stava vivendo da poche ore con il crollo della diga di Molare. Le pagine della stampa straniera si riempirono dell’incidente che sconvolse Ovada, in particolare il Borgo, provocando 111 morti trascinati via dalla furia delle acque.
All’epoca la ricerca e la verifica delle notizie era complessa. Molte delle informazioni riportate non sono corrette. Ma in anni in cui le distanze tra nazioni e popolazioni non erano paragonabili a quelle odierne il dramma di Molare ebbe un’eco particolarmente rilevante. Uno scenario molto diverso da quello del nostro Paese dove, per ragioni legate alla propaganda di regime, quanto accaduto fu minimizzato e relegato alla visibilità minima necessaria.
Notizie frammentarie
In particolare si tentò di attribuire la responsabilità di quanto accaduto a un evento meteorologico straordinario. Le piogge furono molto intense ma, come analizzato su queste pagine in molte occasioni, le cause furono altre. Ben altro modo di raccontare quello adottato dai giornali stranieri.
«Il panico si diffuse nella città di Ovada». Il Daily Herald, quotidiano in lingua inglese del 15 agosto riportò con ogni probabilità del falso allarme che si diffuse tra la popolazione il 14 agosto, un timore incontrollato che spinse molti abitanti a riparare verso le colline. «Esperti che hanno esaminato il danno riscontrato – si legge sulla parte più alta della prima pagina – hanno riscontrato una debolezza strutturale in ciò che è rimasto tanto da far temere un ulteriore collasso» . Il giornale parla apertamente di 500 vittime (una stima per fortuna senza riscontro) e di un danno quantificabile in un milione di lire. Lo stesso articolo celebra l’eroismo di chi, pur comprendendo di rischiare la vita di fronte allo scenario, cercò comunque di dare l’allarme utilizzando il telefono.
Il “Daily Independent” stampato a Sheffield in Inghilterra dipinse un incubo ben oltre la realtà: «Lago si riversa sulla città: mille morti», si lesse nella parte alta della prima pagina. Nel testo: «La tragedia si è rivelata di portata ben più ampia rispetto a quanto immaginato all’inizio. Un gran numero di persone è rimasta intrappolata nelle rispettive abitazioni». L’articolo era accompagnato da una mappa, molto artigianale, che ricollegava l’area del disastro alla vicina Genova, utilizzata per dare ai lettori un riferimento geografico più comprensibile.
Popolazione sconvolta
Il già citato Evening Telegraph provò a raccontare il dramma vissuto qualche ora prima. «Ci furono scene pietose – si legge nell’articolo in prima pagina – di madri alla ricerca dei loro figli. Decine di persone videro dalla sommità dei tetti delle loro abitazione il livello dell’acqua salire irrimediabilmente». E ancora: «Ora che le acque si stanno ritirando, è partita la penosa opera di recupero dei corpi mentre le Forze dell’Ordine e le autorità militari stanno affrontando il problema di ripristinare le vie di comunicazione». La collocazione della notizia è nobile, nella parte alta di prime pagine in cui le notizie dall’estero non sono abbondanti.
Immane disastro
Il già citato Dayly Herald dedicò ai fatti, non solo una buona porzione della sua prima pagina ma anche la parte alta della pagine dedicata ai fatti accaduti il giorno prima nel mondo. Non parole ma potenza delle immagini per restituire la portata dell’accaduta: la scelta ricadde infatti su la foto dell’invaso nei momenti precedenti al collasso. «Una fotografia rilevante – si legge nella didascalia – presa al momento del danno arrecato al Lago Olbicella che spazzò via la sottostante valle di Ovada portando la morte a molte famiglie e generando danni molto diffusi a infrastrutture, insediamenti produttivi e abitazioni private. Nuvole e spruzzi, e l’enorme onda creata dalla corsa delle acque viene mostrata con chiarezza in questa foto di quello che è un immane disastro».