Costa, la festa nel bosco ripropone l’antico spirito della frazione
A Santa Lucia
OVADA – Polenta pronta nei tempi e tutto esaurito per la festa. Santa Lucia è tornata a vivere la sua ricorrenza più importante, una giornata che ha riproposto lo spirito più autentico di una comunità che da sempre è molto legata alle sue radici contadine. La “Festa nel bosco” organizzata dalla Parrocchia di Nostra Signora della Neve in collaborazione con la Saoms di Costa ha fatto registrare un gran numero di partecipanti. Forse il caldo intenso di questa ultima parte di luglio, forse il desiderio di riconnettersi alla natura ha spinto molti ovadese a trascorrere qualche ora in prossimità della chiesetta e della relativa fonte in passato meta dei viandanti in cerca di un po’ di sollievo nel corso dei loro trasferimenti.
E con l’occasione è stata recuperata anche la consuetudine di consegnare il premio rivolto all’Amico del Bosco. Per il 2024 il riconoscimento è stato conferito a Sandro Nervi, socio che negli anni si è sempre molto prodigato per organizzare tutte le iniziative andata in scena nella frazione sulla sommità di Ovada.
Immersi nel bosco
La festa nasce dall’abitudine di molti residenti dell’area di ritrovarsi durante l’estate attorno alla fonte. In passato ci si portava da mangiare al sacco. Da qui l’introduzione nel 1974 di una giornata che potesse ricordare quel clima. La polente cotta nel paiolo di rame divenne da subito il simbolo dell’iniziativa.
Sotto alla cappella sgorga da sempre una fonte di acqua sorgiva, ottima e fresca. Santa Lucia è considerata anche protettrice della vista. Tanti i viandanti che negli anni passati andavano a bagnarsi gli occhi per chiedere protezione. La festa fu creata in grande stile dal 1974 con l’obiettivo di recuperare un’usanza del passato: dalla notte dei tempi che pellegrini, compagnie, ragazzi, scolaresche, contadini, famiglie intere avevano l’abitudine di recarsi alla caratteristica chiesetta, quasi nascosta tra le fronde, portando con sé merende o addirittura pranzi completi.
Proprio cinquant’anni fa Derto, apprezzato macellaio, iniziò a cucinare il castrato per una tradizione che si è rinnovata ad ogni inizio autunno.