Francesco Rebolino, mani d’oro per il mondale di Enduro 2024
Meccanico all'interno di un team
OVADA – Francesco Rebolino ha gli occhi vispi di chi ha 18 anni ha già saputo costruirsi un orizzonte professionale importante. Una storia di passione e determinazione che ha un legame forte anche con il corso di operatore meccanico frequentato con successo alla Casa di Carità di Ovada. Rebolino, 18 anni, è un meccanico. Cura le moto con il quale il team novese Mgr sta disputando le gare del campionato del mondo Enduro 2024. «Questo ambiente – spiega Rebolino di ritorno da una trasferta in Slovacchia – mi è sempre appartenuto fin da bambino. Il livello di competizione è alto, l’impegno richiesto significativo. Ma io sono convinto che possa rappresentare il mio futuro in tutto e per tutto».
E così le frequenti trasferte per le competizioni internazionali si alternano con un lavoro portato avanti nelle officine con l’obiettivo di mettere nelle mani dei piloti il mezzo migliore possibile.
Orizzonte definito
Rebolino lavora fianco a fianco con Herman Ask. Uno ruolo per certi versi oscuro ma di grande importanza. L’obiettivo è consegnargli uno strumento potente ma versatile in grado di accompagnare il pilota in ogni fase della gara, tra evoluzioni nei circuiti e sessioni su percorsi naturali.
«Io sono – racconta – un meccanico al servizio del pilota. Mi sento fortunato perché so di avere una mansione ricercata da molte figure. Quello che ho imparato nei laboratori del centro di formazione non mi è servito direttamente ma è un bagaglio di conoscenze che mi è utile ogni giorno».
Competenze ad ampio raggio per curare lo sviluppo del mezzo. «Ogni aspetto può essere importante – prosegue – Le lavorazioni al torno e la capacità di utilizzare il controllo numerico sono i due aspetti che più di frequente tornano in quello che faccio ogni giorno».
Estro e precisione
Rebolino ha la capacità di creare da zero parti meccaniche per le moto, modificare secondo le indicazioni emerse nel corso della gare quelli che necessitano di un ritocco. Lo fa con la capacità tecnica e l’ottica di chi a suo tempo è salito su una moto ed ha affrontato in prima persona competizioni, seppur di livello inferiore. L’impegno lavorativo per ora lo ha portato a sospendere il percorso di studio, una volta ottenuta la qualifica.
«Quando mi sono iscritto – conclude – non avevo un’idea precisa di come si sarebbe sviluppato il mio percorso. Ma grazie ai docenti e alle materie sono stato in grado di cogliere questa opportunità».