Ahmed, uno sogno infranto. Tutta la comunità si chiede perchè
Mentre proseguono le indagini
SILVANO D’ORBA – Corre sui social il dolore e la commozione per la scomparsa di Ahmed Md Arif, di soli 22 anni, vittima nel pomeriggio di martedì del tragico incidente che gli ha tolto la vita all’interno del capannone della Im, l’impresa del settore dei pallet, attiva al Villaggio Olmo di Castelletto d’Orba. Una persona mite che era stata in grado di inserirsi nella comunità in cui era arrivato poco più di un anno fa. Non era difficile incontrarlo, al di fuori dell’orario di lavoro a Silvano, dove viveva, in un appartamento a breve distanza dal cuore del paese con un suo connazionale. Il dramma delle morti sul lavoro ha riportato l’Ovadese al tragico 2017, anno funestato da due tragedie in pochi mesi: prima la morte di Giovanni Casaburi e Antonio Gigliotti, operati immigrati dal sud travolti sull’A10 durante un turno di lavoro notturno.
Poi Carlo Cestelli, molarese, ferito a morte mentre era impegnato in una lavorazione all’interno della ditta del settore della carta nella quale lavorava. Una ferita che si riapre con tanti interrogativi.
Momento difficile
Ahmed, secondo la prima ricostruzione effettuata nella giornata di ieri, era impegnato a lavorare su un muletto quando è stato travolto e sbalzato per una caduta da 4, 5 metri. Sarà l’autorità giudiziaria a stabilire, sulla base delle relazioni messe a disposizione da Carabinieri e Spresal, se aprire un’inchiesta vera e propria. Nella giornata di ieri a chiedere maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro è stata la Cgil.
” Esprimiamo – si legge nella nota ufficiale – il nostro dolore e il cordoglio della nostra organizzazione alla sua famiglia, ai compagni di lavoro e alla comunità di Silvano d’Orba che lo aveva accolto. E’ ormai noto a tutti che la strage quotidiana sui luoghi del lavoro non ha nulla a che fare con la fatalità, lo dicono i numeri impressionanti che da molti anni ci riportano le cronache, lo dicono gli accadimenti stessi che raccontano una precarietà a 360 gradi del lavoro e dell’insieme del sistema che dovrebbe garantire la “sicurezza del lavoro” e che si ferma a un buon modello di leggi e norme che viene regolarmente disatteso in funzione di un risparmio di economie che uccide.