Laghi del Gorzente, Legambiente si mobilita con il Big Jump 2024
A Lerma
OVADA – Hanno fatto sensazione le immagini del Gorzente deturpato dai fanghi. Un ambiente di pregio inestimabile messo a repentaglio dall’operazione di svuotamento dell’invaso principale che ha riversato materiali sul greto del torrente e il fondale di laghetti oggi non frequentabili. A certificarlo l’ordinanza emessa qualche giorno fa dal sindaco di Casaleggio Alberto Caminati. Ora la popolazione è pronta a protestare e far sentire la sua voce. L’occasione è fornita dall’edizione 2024 di «Big Jump», la manifestazione internazionale che vuole sensibilizzare sul tema del rispetto dell’ambiente e dell’importanza della risorsa idrica.
A chiamare a raccolta chi è interessato è Legambiente, associazione che da sempre porta avanti valori di rispetto e tutela del territorio. Tante le battaglie sostenute proprio sul fronte dell’acqua e dell’ecosistema ed essa collegata. L’obiettivo è sensibilizzare su quanto sta succedendo in Provincia e in Regione.
Momento difficile
Il Gorzente sembra diventato ambiente inospitale anche per la fauna presente. Tra i punti di domanda emersi nei mesi passati il trattamento riservato alla fauna ittica presente. L’appuntamento per la giornata di domani, sabato 13 luglio alle 11.00, è a Lerma. «Il Big Jump – spiegano gli organizzatori – cerca di ispirare le persone a ricordare i forti legami che le uniscono agli ecosistemi di acqua dolce. E incoraggiarle a lottare per salvarli. Domani prenderemo atto insieme della situazione del Piota e si potrà risalire il corso dei torrenti per avvicinarci alla fonte del disastro, cioè la diga della Lavagnina».
A collaborare all’iniziativa il circolo dell’associazione della Val Lemme e le Aree protette dell’Appennino Piemontese. Proprio il circolo della Val Lemme ha già presentato un esposto al Ministero dell’Ambiente con l’obiettivo di verificare se il comportamento tenuto da Iren sia stato corretto.
Sull’area pende ora il divieto imposto dal Comune di Casaleggio. Troppo pericolo il fango, non per ragioni ambientali in attesa delle successive analisi, ma per problemi che potrebbero nascere con chi fa trekking e attività sportive, oltre alla balneazione.