Alessandria Calcio, un conto all’estero e il rischio liquidazione
Da Molinaro una scelta per aggirare il blocco, ma serve liquidità per effettuare i pagamenti. Dipendenti da tre mesi senza stipendi, ma al lavoro
ALESSANDRIA – I conti dell’Alessandria Calcio sono sempre bloccati, e, anzi, sono finiti anche sotto esame da parte dell’anti-riciclaggio?
C’è, o, almeno, ci sarebbe un modo per aggirare questa situazione. “Abbiamo aperto un conto all’estero” ammette la proprietà, che ha risposto ad alcune domande sulla situazione e sul count down per pagamenti e iscrizione.
In quale istituto di credito il conto è stato attivato e in quale nazione non è stato detto (Svizzera?), ma la sostanza sarebbe, adesso, immettere liquidità per pagare stipendi e contributi, di marzo, aprile e maggio, per i tesserati entro mercoledì 10 luglio. Che è il termine ultimo
In realtà le questioni sono due. La prima: trovare chi è disposto a investire, prendendo anche quote del club, con una somma intorno ai 500mila euro, ma senza dimenticare i dipendenti, persone che hanno tenuto in vita la società, lavorando ogni giorno e fronteggiando emergenze continue, anche se da 3 mesi non percepiscono emolumenti.
“Abbiamo continue riunioni, persone interessate ci sono“, così sempre la proprietà. Alcune anche avvicinate dal dg Gianfranco Multineddu, “lo avessimo conosciuto anche solo qualche settimana prima”. ‘Investitori’ che, però, dovrebbero versare ‘al buio’ senza poter controllare conti, perché il tempo non c’è più. “Faremo noi i bonifici anche lavorando giorno e notte“.
A parte che i giorni lavorativi, quelli di operatività degli istituti di credito, si sono ridotti a poco più di tre, c’è, poi il nodo della tracciabilità del conto in Figc. Quello dell’Alessandria è bloccato ed è complicato, non previsto dalle regole, farne accettare un altro. “Spiegheremo che è l’unico modo per pagare. Se ci multeranno anche per questo aggiungeremo un’altra ammenda. Ma così si dimostra la volontà di iscrivere il club e non scappare”.
E’ di ieri, però, la chiamata della Covisoc (ancora competente perché si tratta di scadenze e obblighi dello scorso campionato), per sapere lo stato dei pagamenti. Al momento niente è stato fatto.
Rischi e deferimenti
Però il tempo è sempre meno e se non dovessero essere rispettate le scadenze non solo il 12 non si potrebbe iscrivere la società (servono anche 16 mila euro e 31 mila di fideiussione), ma ci sarebbe il rischio concreto della messa in liquidazione del club e del ‘vuoto’ del calcio ad Alessandria, in un Moccagatta in cui per la consegna della determina di revoca della concessione è questione di poco.
E i dipendenti senza mensilità e con il rischio di perdere il posto di lavoro, dopo aver messo la faccia sempre anche con fornitori per permettere che Alessandria e Juventus Next Gen completassero la stagione, lasciati soli eppure con un senso di attaccamento che meriterebbe ben altro trattamento?
C’è, poi, un altro aspetto: l’11 e il 18 luglio, come spiegato dall’avvocato Eduardo Chiacchio, legale per le questioni sportive, saranno discussi, al Tribunale nazionale Figc, altri due deferimenti, con il rischio di ulteriori penalizzazioni. L’avvocato, contattato, ha dichiarato che “da tre mesi non ha più contatti con la proprietà” e sta “recuperando da solo tutta la documentazione”.
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