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    Fiume
    Cronaca
    Elio Defrani  
    28 Giugno 2024
    ore
    16:30 Logo Newsguard
    il caso

    Fiume di fango lungo il Gorzente, dopo le polemiche c’è l’esposto

    Legambiente scrive al ministero e lamenta il mancato rispetto delle prescrizioni ambientali da parte della società

    CASALEGGIO BOIRO — Un fiume di fango si è riversato due settimane fa sui laghetti che il torrente Gorzente forma a valle della diga della Lavagnina, nel territorio di Casaleggio Boiro. Una delle zone naturali più belle della nostra provincia è stata così cancellata dal fango che ha coperto rocce e spiaggette e ha trasformato le acque solitamente cristalline in una melma marrone.

    All’origine del problema, lo svuotamento della diga della Lavagnina: da almeno tre anni infatti erano in programma lavori di manutenzione della parete interna del manufatto, ma nessuno si aspettava che l’abbassamento del livello del bacino idrico avrebbe comportato un così massiccio sversamento di fango.

    Fango nelle acque del torrente

    O meglio: in realtà l’ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese, a suo tempo, aveva prescritto alla società che gestisce la diga – Iren – di procedere allo svuotamento entro marzo, per tutelare la fauna ittica. Inoltre, il livello di torbidità dell’acqua non avrebbe dovuto superare un certo valore. Invece le cose sono andate diversamente, come dimostrano le immagini che dopo lo sversamento di fango hanno cominciato a circolare sui social network.

    A lanciare i primi segnali d’allarme sono stati i tanti frequentatori dei laghetti, raccolti dal sindaco di Casaleggio Boiro («Servirebbe un’alluvione per portare via tutto quel fango», ha detto in estrema sintesi) e ora è arrivato anche un esposto di Legambiente a tutti gli enti interessati, dal ministero dell’Ambiente in giù.

    Esposto di Legambiente

    Dice Legambiente: «Senza troppo preoccuparsi delle indicazioni tecniche operative imposte dalle Aree protette, Iren ha rinviato lavori che dovevano essere effettuati entro marzo [per la società la colpa è stata del maltempo; ndr] e non si è preoccupata di impedire che il fango depositatosi in decine di anni sul fondo dell’invaso si potesse sversare nei due torrenti, Gorzente e Piota, a valle della diga e apparire evidente sino a Silvano d’Orba».

    «Una colata di fango ha, invaso i due torrenti a valle della diga, intorbidendo le acque, coprendo rocce, piccole spiagge di ghiaia e la vegetazione ripariale più esposta, rendendo melmosi quelli che erano limpidi fondali di ciottoli e incidendo sugli equilibri dell’ittiofauna, proprio quando diverse specie sono in riproduzione».

  • Il cartello ora suona come una beffa
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