Paola Varese, la “non campagna elettorale” e un risultato inatteso
Dopo la corsa per le regionali
OVADA – Ha atteso qualche giorno Paola Varese per condividere il suo pensiero sulla recente competizione elettorale. Parlarle, al solito, è molto complicato. I collaboratori più stretti raccontano di averla sentita, lunedì pomeriggio, impegnata in ambulatorio. Come sempre. “Desidero – ha spiegato – ringraziare, veramente di cuore, tutti coloro che hanno espresso la loro preferenza per me in occasione delle consultazioni elettorali, a partire dai 907 miei concittadini ovadesi fino a tutti quelli che mi hanno sostenuta in tutti i paesi del circondario e nei Centri Zona”.
L’oncologa alla guida del reparto di Medicina dell’ospedale civile di Ovada da poco trasformato in Struttura Semplice per i malati di tumore candidata nella lista civica di Alberto Cirio ha raccolto 2.639 preferenze. Un risultato che in pochi si sarebbero aspettati. Non sufficiente però per accedere al consiglio regionale.
Soddisfazione diffusa
Paola Varese, primario di Medicina a indirizzo Oncologico dell’Ospedale di Ovada, rappresenta davvero una storia particolare di questa tornata elettorale. Eppure il complicato meccanismo costruito per parificare il peso dei territorio le ha impedito di essere eletta in Consiglio Regionale. La Provincia di Alessandria sarebbe stata rappresenta anche dall’ispiratrice dei protocolli di assistenza domiciliare per l’assistenza dei pazienti di Covid varati nel momento più difficile dell’emergenza sanitaria del 2020. Un modello che l’assessore alla Sanità Luigi Icardi ha poi voluto adottare in tutta la Regione.
«La mia – ha scritto sui social – è stata una “non campagna elettorale” vissuta , in Ospedale e a contatto con i bisogni delle persone. o utilizzato il mio profilo social (aperto per la prima volta in vita mia) per condividere idee, progetti, valori ed ho raccolto grande affetto e vicinanza. Sono stata supportata (e sopportata) da molti». Ora è previsto un ritorno dietro le quinte, probabilmente più congegnale. Varese aveva dichiarato d’essersi candidati per «difendere i penultimi – aveva dichiarato in un’intervista su queste pagine – Chi non è abbastanza malato per accedere agli ospedali e in questi anni ha visto allontanarsi i servizi essenziali». Indirizzi che potrebbero tradursi in un piano regionale che, come affermato dallo stesso Alberto Cirio, valorizzerebbe davvero la sanità pubblica.