Fritto misto e Ovada, il vino locale è nuovo protagonista
Con "La Cantina" dell'Archivolto
Idea per celebrare "Città Europea del vino"
OVADA – Fritto misto e Ovada, il vino delle nostre colline, possono sembrare un connubio non ideale. Ed invece l’evoluzione che il rosso identitario ha avuto in questi anni spinge i ristoratori ad abbinamenti poco esplorati finora. L’esempio è quello de “La Cantina” dell’Archivolto. L’elegante locale di piazza Garibaldi ha deciso di dedicare una serata pensata per promuovere questo tipo di abbinamento. L’appuntamento è per venerdì 31 maggio dalle 19.00
Un segnale interessante di come puntare sull’identità del territorio non sia solo un atto d’affetto ma possa rappresentare anche un valore commerciale tangibile.
Gusti sorprendenti
Il fritto misto può rappresentare una sintesi perfetto di tradizioni gastronomiche del Piemonte e della Liguria. «Nell’eccellenza che ci circonda – spiega Claudio Calcagno, sous chef della Cantina – crediamo da sempre sia nella trattoria principale che in questo locale più innovativo. Questa serata nasce proprio dalla volontà di promuovere il nostro vino. Chiaramente il riconoscimento di “Città Europea del vino” rappresenta una spinta aggiuntiva». «Abbiamo diversi vini – chiarisce Martina Tigelle, responsabile di sala – in carta abitualmente sia per la vendita che per il consumo al bicchiere. Vediamo che il riscontro è molto positivo. Lavorare promuovendo il territorio è per noi un elemento molto importante».
Un’iniziativa di questo tipo è possibile anche grazie al percorso fatto in questi anni dai produttori per raggiungere una maggiore versatilità. «Ci sono la freschezza e l’acidità giuste – aggiunge Calcagno – Ma la novità interessante è quella di un dolcetto spumantizzato che proporremo come ingresso della serata. Dopodiché ogni partecipante potrà orientarsi come meglio crede in base ai suoi gusti». L’Ovada è perfetto in tavola. «Lavoriamo su abbinamenti molto classici – spiega Sebastiano Papalia, volto di punto de “L’Archivolto – gli agnolotti nel vino, la fassona. Ma cerchiamo anche qualcosa di più particolare e innovativo».
Una vetrina importante considerata la provenienza dei frequentatori in arrivo da tutto il nord Italia. «Consigliamo spesso – prosegue Papalia – gli agnolotti bianchi da gustare proprio nel vino. Poi la battuta di fassona. Abbiamo creato anche un agnolotto più innovativo in cui il vino è parte integrante del ripieno. Ma non voglio svelare troppo, lascio la sorpresa a chi verrà a trovarci».