Leucemia, Fondazione Veronesi premia un ricercatore ovadese
Ricerca con l'Università di Genova
Un appello per la donazione dei fondi
OVADA – È una malattia oncologica del sistema immunitario in cui i linfociti continuano a moltiplicarsi incontrollatamente, la leucemia linfocitica cronica. Negli ultimi anni la ricerca ha fatto progressi importanti per assicurare ai pazienti una vita più lunga e con maggiore qualità. Il percorso da fare è ancora lungo. C’era anche un progetto di ricerca in questo campo tra quelli finanziati la scorsa settimana dalla Fondazione Veronesi, che ogni anno sostiene i progetti più meritevoli. Nel gruppo formato all’interno del Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Genova c’è anche un ricercatore ovadese: si tratta di Andrea Nicola Mazzarello.
«Questo contributo – chiarisce Mazzarello, 38 anni con una laurea specialistica e un dottorato in Biotecnologie, dopo aver frequentato il Barletti della nostra città – ci permetterà di andare avanti per capire ulteriormente il meccanismo responsabile della malattia e elaborare farmaci che siano più efficaci e al tempo stesso provochino effetti collaterali meno rilevanti». Dietro al risultato ottenuto un lavoro d’equipe durato anni.
Sforzo comune
La Fondazione Veronesi ricorda il grande oncologo scomparso qualche anno fa. «Rimane molto da capire sul modo in cui certe cellule ricevono ed elaborano i segnali che inducono la patologia. La malattia di cui ci occupiamo è la più comune forma di leucemia nell’adulto. Le terapie di nuova generazione aiutano in molti pazienti, a contenere la patologia stessa. Magari in futuro sarà possibile addirittura debellarla». La squadra di lavoro è composta da una decina di ricercatori.
All’evento, aperto con la lettura del messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, hanno partecipato, tra gli altri, il professor Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione e il professor Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della Salute. «Per migliorare la qualità e la prospettiva di vita delle persone -ha raccontato Paolo Veronesi- lo strumento più potente a nostra disposizione è la scienza. Il finanziamento alla ricerca d’eccellenza e la promozione di una cultura scientifica è possibile grazie al contributo di tanti donatori che traducono in gesti concreti la volontà di poter fare la propria parte a sostegno della ricerca». «I fondi messi a disposizione – conclude Mazzarello – ci permetteranno di approfondire il lavoro per i prossimi uno, due anni. L’aspetto che mi preme sottolineare maggiormente è l’importanza di tutte le persone che supportano queste attività mediante donazioni e volontariato».