25 aprile, Festa della Liberazione celebrata nei luoghi simbolo
Corteo e orazione ufficiale
Le parole commesse del sindaco Paolo Lantero
OVADA – “Il nostro pensiero va alla Festa del 25 aprile come momento costitutivo della nostra democrazia, alle persone che hanno combattuto per la libertà, che allora hanno perso la vita e a quelli che sopravvissuti hanno portato poi avanti quel grande sogno di libertà e che oggi non sono più con noi” . Il sindaco di Ovada Paolo Lantero ha concluso così, dal palco del teatro Dino Crocco in corso Martiri, la mattinata di celebrazione per la “Festa della Liberazione”.
Le ultime parole sono state pronunciate con un’evidente commozione a poche settimane dal termine del suo impegno da primo cittadino. La celebrazione si è sviluppata attraverso i luoghi simbolo della Resistenza in città, un caposaldo che le generazioni successive di ovadesi continuano a trasmettere.
Nuove generazioni
E il 25 aprile dovrà essere trasmesso ai più giovani. “Questo anno alla Benedicta – ha ricordato Lantero – in ricorrenza degli 80 anni abbiamo vissuto in un profondo silenzio commemorativo carico di emozione la lettura dei 154 nomi dei ragazzi trucidati dalla violenza nazifascista… Salire alla Benedicta è osservare le radici della nostra costituzione. Facciamo quanto possibile affinché si salga sempre, sempre di più, insieme ai giovani”.
La proposta è poi legata all’impegno della scuola. “Dovremo riorganizzare quelle esperienze che furono i treni della memoria, così come costruire percorsi di conoscenza dei luoghi quali la Benedicta affinché la frequentazione anche fisica dei luoghi in cui l’uomo fini di essere tale e si consumarono le più atroci violenze, diventi trascinante per la costruzione di una memoria fresca e di una capacità critica pronta a opporsi ad ogni tentativo di politiche anti democratiche, palesi o celate che siano”.
Impegno costante
Il 25 aprile 2024 è stato preparato dalla sezione ovadese di Anpi che ha inaugurato da poco la sua nuova aula studio. Lantero ha ringraziato l’associazione. “Mi verrebbe da dire – ha concluso Lantero – Cari Concittadini, ma qui meglio cari compagni e amici, o ancor più cari antifascisti, recuperiamo con forza e determinazione l’autenticità di parole svuotate e private della loro essenza, ridando loro sostanza e contenuto: uguaglianza, libertà, dignità, solidarietà, giustizia sociale e, ultima ma non ultima, umanità”.